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VIDEO | L’Ugl alla Dire: “Confermare il cuneo fiscale, no alla battaglia con il Jobs Act”

Il direttore Nico Perrone intervista Paolo Capone, segretario generale della Ugl

Pubblicato:22-05-2024 21:31
Ultimo aggiornamento:22-05-2024 23:11

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ROMA – Aiutare i redditi, oltre che l’occupazione; “confermare anche per l’anno prossimo il taglio del cuneo fiscale”; insegnare la “sicurezza sul lavoro” nelle scuole medie e no alla “battaglia di retroguardia” per l’abolizione del Jobs act. Paolo Capone, segretario generale della Ugl, parla di lavoro a tutto tondo in una videointervista all’agenzia Dire.

Dati sull’occupazione positivi ma salari poveri, come si coniugano i due aspetti? “Intanto il dato positivo è che c’è più lavoro– risponde Capone- la rilevazione di marzo fatta dall’Istat parla dello 0,2% in più rispetto al mese precedente. Occupazione buona, perché sono in aumento i contratti a tempo indeterminato e sono in diminuzione quelli a tempo determinato. Anche il Pil cresce, quindi il Paese è in recupero rispetto anche gli altri Paesi europei. Sono dati che lasciano ben sperare, ma mentre c’è una crescita del lavoro non c’è invece una crescita dello stipendio, delle disponibilità di ogni singolo lavoratore”. 

“NEGLI ULTIMI 5 ANNI, POTERE D’ACQUISTO GIÙ DI 5 PUNTI”

Capone sottolinea: “Sempre i dati Istat dicono che negli ultimi dieci anni il potere di acquisto delle retribuzioni dei lavoratori italiani è diminuito di 5 punti, mentre i nostri colleghi lavoratori tedeschi e francesi sono aumentati di oltre il 30%. E’ evidentemente che ci sono state politiche di rinnovi contrattuali un po’ timide da parte sia di Confindustria che delle grandi associazioni datoriali, ma soprattutto anche dei grandi sindacati. Ecco- prosegue- dobbiamo invertire questa tendenza. Bene ha fatto il governo col taglio del cuneo fiscale, e speriamo che lo confermi per l’anno prossimo, per alleggerire il peso delle tasse sulle buste paga dei lavoratori e restituire soprattutto ai redditi fino a 35mila euro, quelli più bassi, una disponibilità maggiore di soldi per compensare quello che nella contrattazione le retribuzioni non sono riuscite a fare pienamente”.


SICUREZZA SUL LAVORO: “SERVE INSEGNARLA NELLE SCUOLE”

Parlando di sicurezza sul lavoro, Capone ricorda che “in Italia ci sono tre morti al giorno, un numero inaccettabile. Abbiamo una legislazione all’avanguardia, ma non ha risolto tutti i problemi. E’ arrivato il momento di insegnare la sicurezza sul lavoro dalle scuole medie in poi”. Sul referendum per l’abolizione del Jobs act promosso dalla Cgil, Capone scuote la testa: “E’ una battaglia di retroguardia- dice- sarebbe meglio concentrarsi sui nuovi lavori che interagiranno di più con l’intelligenza artificiale e l’automazione”. 

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