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Oro alla Patria, Liorni all’Eredità: “Fu un gesto patriottico”. È bufera

Le parole del conduttore de L'Eredità che definisce l'oro alla Patria fascista un gesto patriottico fanno discutere

Pubblicato:22-04-2024 16:19
Ultimo aggiornamento:23-04-2024 10:47

marco liorni_oro alla patria
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ROMA – “Un gesto patriottico“. Marco Liorni, conduttore de ‘L’Eredità’ su Rai 1, definisce così la Giornata della Fede in cui il regime fascista, il 18 dicembre 1935, chiamò gli italiani a donare il proprio oro allo Stato (campagna del regime detta anche ‘Oro alla Patria’). Emblematico di quel giorno fu la consegna delle fedi nuziali. La domanda è capitata durante la puntata di ieri sera del quiz game: ‘I coniugi italiani consegnano alla patria le fedi nuziali, in cambio di anelli senza valore‘, la scelta tra quattro date e quando la concorrente azzecca la risposta (cioè 1935) il conduttore dice: “Era il ’35 esatto. Pensate tantissime famiglie hanno compiuto questo gesto veramente patriottico, quello di donare la fede matrimoniale alla Patria con una ricevuta e un anello senza nessun valore”.

COS’È L’ORO ALLA PATRIA FU DAVVERO UN GESTO PATRIOTTICO?

Ma cos’è esattamente la Giornata della Fede? A cosa servì? E fu veramente un gesto patriottico? Ecco cosa si legge sull’Enciclopedia Treccani: “Il 18 dicembre 1935 le coppie italiane, e in primo luogo le donne, furono chiamate a consegnare le fedi nuziali ricevendo in cambio anelli senza valore: si consumava così la Giornata della Fede, lo sposalizio simbolico con la patria fascista. Per i suoi coreografi l’offerta collettiva degli anelli nuziali doveva rappresentare la spettacolarizzazione dell’unione mistica delle italiane e degli italiani con il fascismo, in risposta alle ‘inique sanzioni’ imposte all’Italia dalla Società delle Nazioni per l’aggressione all’Etiopia“. La raccolta inserita nella più ampia visione dell’Oro alla Patria “venne promossa dal governo con grande sforzo di propaganda“, l’offerta “di gioielli di famiglia e di argenteria, orologi da tasca e medaglioni, distintivi onorifici e coppe ricordo simboleggiava il superamento dell’egoismo liberale in favore di un primato della collettività sotto il duce”.


Un ruolo centrale fu attribuito alle donne: nel corso della mobilitazione, mediante un ampio coinvolgimento delle organizzazioni femminili del Partito; nella Giornata della Fede, dando loro una visibilità pubblica del tutto inconsueta in Italia e ancorandola ai tradizionali doveri femminili di moglie e madre. Non a caso al centro del rito dell’offerta collettiva delle fedi a piazza Venezia, che alle 8,30 del mattino aprì le celebrazioni nazionali del 18 dicembre dinanzi a decine di migliaia di persone, vi fu il dono degli anelli nuziali da parte della regina Elena di Savoia, che ricevette le fedi d’acciaio”.

Vennero raccolti 33.622 chili d’oro e 93.473 d’argento.

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