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Impiccamento, asfissia e scioperi della fame: in carcere è record di suicidi

XX Rapporto di Antigone: il 2022 l'anno peggiore ma il trend del 2024 è allarmante con 30 morti accertate

Pubblicato:22-04-2024 14:48
Ultimo aggiornamento:22-04-2024 14:48
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(RED.SOC.) ROMA – Dopo il 2022, l’anno da record con 85 suicidi accertati, il 2023 e il 2024 continuano a registrare numeri impressionanti. Nel 2023 sono state almeno 70 le persone che si sono tolte la vita all’interno di un Istituto di pena e nei primi mesi del 2024, almeno 30, per un totale di 100 casi in meno di 16 mesi. “Almeno” perché numerosi sono i decessi con cause ancora da accertare, tra i quali potrebbero quindi celarsi altri casi di suicido. È quanto emerge dal XX Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione, che richiama l’attenzione sull’emergenza suicidi. Infatti, sebbene in calo rispetto all’anno precedente, i 70 suicidi del 2023 rappresentano il numero più elevato dopo il 2022. Guardando agli ultimi 30 anni, solo una volta si è andati vicini a questa cifra con 69 suicidi nel 2001. Ancora più allarmante è il dato relativo al 2024. Tra inizio gennaio e metà aprile sono stati 30 i suicidi accertati.

UN MORTO OGNI TRE GIORNI E MEZZO

Uno ogni 3 giorni e mezzo. Nell’anno record 2022, a metà aprile se ne contavano 20. Se il ritmo dovesse continuare in questo modo, a fine anno rischieremmo di arrivare a livelli ancor più drammatici rispetto a quelli dell’ultimo biennio. Il tasso di suicidi dentro e fuori il carcere Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Oms, il tasso di suicidio in Italia nel 2019 era pari a 0,67 casi ogni 10 mila persone. Nello stesso anno, il tasso di suicidi in carcere era pari a 8,7 ogni 10.000 persone detenute. Mettendo in relazione l’ultimo dato disponibile relativo alla popolazione detenuta (tasso di suicidi pari a 12 nel 2023) con quello della popolazione libera (tasso di suicidi pari a 0,67 nel 2019) vediamo che in carcere ci si leva la vita ben 18 volte in più rispetto alla società esterna. Chi si è tolto la vita in carcere Delle 100 persone che si sono tolte la vita in carcere, 5 erano donne. Un numero particolarmente alto se consideriamo che la percentuale della popolazione detenuta femminile rappresenta solo il 4,3% del totale. L’età media delle persone che si sono tolte la vita è di 40 anni. La fascia più rappresentata è quella tra i 30 e i 39 anni, con 33 casi di suicidi. Segue quella tra i 40 e i 49 anni, con 27 casi. Vi è poi la fascia dei più giovani, con 17 suicidi commessi da ragazzi con età comprese tra i 20 e i 29 anni, e la fascia di persone tra i 50 e i 59 anni, anch’essa con 17 suicidi. Chiudono i 5 casi di persone tra i 60 e i 69 anni. Il più giovane in assoluto era un ragazzo detenuto nella Casa Circondariale di Teramo solo da pochi giorni. Si è tolto la vita il 13 marzo 2024, nel giorno del suo ventunesimo compleanno. Il più anziano era un uomo di 66 anni detenuto, da meno di un mese, nella Casa Circondariale di Imperia.

TASSO DI SUICIDI PIÙ ALTO TRA GLI STRANIERI

Le persone di origine straniera che si sono tolte la vita tra il 2023 e il 2024 sono state 42. Tenendo conto che la percentuale di stranieri in carcere è ad oggi leggermente inferiore a un terzo della popolazione detenuta totale (31,3%), ciò implica che il tasso di suicidi è significativamente maggiore nelle persone detenute di origine straniera rispetto agli italiani. Per quanto riguarda le aree geografiche, 19 persone provenivano dal Nord Africa (10 Marocco, 5 Tunisia, 3 Egitto, 1 Libia); 13 dall’Europa orientale (4 Ucraina, 2 Albania, 2 Romania, 1 Bosnia, 1 Macedonia, 1 Moldavia, 1 Russia, 1 Slovacchia); 3 dall’Asia centrale e meridionale (1 Afghanistan, 1 Bangladesh, 1 India); e 3 dal Sud America (1 Brasile, 1 Ecuador, 1 Peru). Dalle biografie di queste persone emergono in molti casi situazioni di grande marginalità. condizionale è d’obbligo. Dai dati a disposizione, sembrerebbe che almeno 22 delle 100 persone decedute soffrissero di patologie psichiatriche. Almeno 12 pare avessero già provato a togliersi la vita in altre occasioni. Emergono almeno 7 persone con un passato di tossicodipendenza. Erano invece almeno 6 le persone senza fissa dimora. Luoghi, tempi e modi Gli Istituti dove sono avvenuti il maggior numero di suicidi tra il 2023 e il 2024 sono le Case Circondariali di Roma Regina Coeli, di Terni, di Torino e di Verona. In ognuno dei 4 Istituti si sono verificati 5 casi di suicidio. Complessivamente, la regione che ha registrato il maggior numero di suicidi in carcere tra il 2023 e il 2024 è la Lombardia (12 casi), seguita dal Veneto (11 casi) e dalla Campania (10 casi).


IMPICCAMENTO, ASFISSIA E SCIIOPERI DELLA FAME: MOLTI ERANO PROSSIMI A USCIRE

Non è facile reperire notizie relative alla posizione giuridica o al residuo pena di tutte le persone. Da fonti di stampa, emerge come molte siano le persone toltesi la vita in carcere ancora in attesa di giudizio. Tra queste, sono almeno 28 le storie di suicidi avvenuti dopo brevi se non brevissimi periodi di detenzione. Alcune persone si trovavano in carcere da qualche mese, altre da qualche settimana. Almeno 9 erano entrate solo da una manciata di giorni. Oltre a chi era da poco in carcere, diversi sono stati i suicidi di persone che si trovavano invece in procinto di lasciarlo. Se ne contano almeno 14 con una pena residua breve o prossime a richiedere una misura alternativa. Ad alcune di loro mancavano solo pochi mesi per rientrare in società. La maggior parte (88) sono avvenuti tramite impiccamento. Seguono i casi di asfissia da gas (5) e le morti avvenute come esito di scioperi della fame (3). Vi è poi un singolo caso di abbruciamento, uno di asfissia da incendio e uno di soffocamento. 

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