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L’allarme dell’Onu su Gaza: “Affamati in 2,2 milioni, il sistema alimentare collassa”

Continuano il blocco e gli attacchi sulla Striscia, colpiti anche i campi profughi

Pubblicato:21-11-2023 13:06
Ultimo aggiornamento:22-11-2023 11:13
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ROMA – “Circa 2,2 milioni di persone a Gaza necessitano di assistenza alimentare urgente. I sistemi alimentari esistenti stanno collassando e, per raggiungere chi ne ha bisogno, il Programma alimentare mondiale e i nostri partner hanno bisogno di maggiore accesso e di risorse come carburante, gas e connettività. Per avere un impatto reale, è necessario che le ostilità si fermino“. Così ha scritto in un post di X (ex Twitter) il Pam, l’agenzia delle Nazioni Unite per le emergenze alimentari, all’indomani di oltre un mese e mezze di blocco che Israele ha imposto all’ingresso di cibo, acqua, elettricità e forniture mediche nella Striscia, in cui risiedono circa 2,3 milioni di persone. L’ultimo bilancio diffuso dal ministero della Salute di Gaza, i morti ammontano a 13.300 e i feriti hanno superato le 30mila unità.

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In una serie di post interviene su X anche il Comitato internazionale di Croce rossa e Mezzaluna rossa: “Di fronte a sofferenze così orribili, rinnoviamo l’appello urgente a proteggere i civili colpiti dalla violenza a Gaza e in Israele. Secondo il diritto internazionale umanitario, la presa di ostaggi è vietata, e i civili e gli operatori sanitari devono essere protetti”. L’organismo fa appello al rilascio degli ostaggi tenuti dal gruppo Hamas dall’offensiva del 7 ottobre, dicendosi “pronto a facilitare qualsiasi rilascio”. Quindi ricorda che nella Striscia “ci sono migliaia di morti e più di un milione di sfollati. Con l’abbassamento delle temperature- aggiunge- chiediamo un accesso sicuro agli aiuti salvavita per sfollati, malati e feriti”. Quindi conclude: “Gli ospedali devono essere protetti. I civili devono essere protetti”. Gli ospedali di Gaza in particolare continuano a essere bersaglio delle operazioni di Israele, che da domenica ha circondato con carri armati e mezzi pesanti l’ospedale Indonesiano, dove almeno dodici civili hanno perso la vita. L’operazione risulta ancora in corso.

IL CAMPO PROFUGHI DI JABALIA CIRCONDATO DALL’ESERCITO

Stamani l’esercito ha confermato di aver circondato il campo profughi di Jabalia, il più grande della Striscia – con una popolazione di 116mila persone al 7 ottobre – dove ha detto di aver colpito “250 postazioni di Hamas”. Al-Jazeera riporta di tre palazzi residenziali abbattuti, ma non è chiaro il bilancio delle vittime. Colpita pure la scuola dell’Unrwa ad Al-Falouja, sede di migliaia di famiglie sfollate. Attaccato stamani anche il campo profughi di Nuseirat, dove hanno perso la vita almeno venti persone. L’emittente riferisce poi di attacchi condotti all’alba dalle forze israeliane contro altri ripetitori nella Striscia, dove da giorni persiste un blackout delle telecomunicazioni che rende difficile ai giornalisti sul posto inviare informazioni alle redazioni all’esterno. La tensione resta ala anche in Cisgiordania, dove tra la serata di ieri e l’alba di oggi altri 40 palestinesi sono stati arrestati in quelle che Israele definisce “operazioni antiterrorismo”. Secondo la Commission of Detainees and Ex-Detainees Affairs and the Palestinian Prisoner’s Society, gli arresti hanno avuto luogo a Jenin, Hebron, Betlemme, Nablus, Ramallah, Gerusalemme e Gerico. Dal 7 ottobre gli arresti nei Territori occupati ha raggiunto quota 3mila.

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