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Convegno Ido, Vanadia: “Attenzione alle diagnosi fatte nel primo anno di vita” /VD

Vanadia (Npi): "Rendere i genitori consapevoli delle difficoltà"

Pubblicato:21-10-2016 16:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:12

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ROMA – “Oggi è importante parlare di vulnerabilità soprattutto nei primi anni di vita. Numerosi studi che verranno presentati nel corso del convegno testimoniano come diagnosi fatte, in particolare nel primo anno di vita, non abbiano un alto livello di stabilità diagnostica. Spesso individuare delle patologie che poi non si riconfermano tali al terzo anno, può creare più danni rispetto all’informare i genitori che il bambino ha sicuramente dei problemi, ma che non è detto che la diagnosi rimanga quella”.

Lo afferma Elena Vanadia, neuropsichiatra dell’Istituto di ortofonologia (IdO), al XVII convegno nazionale in corso a Roma sul tema della diagnosi e della terapia. “È più importante quindi rendere i genitori consapevoli delle difficoltà che in quel momento ha il loro bambino- spiega il neuropsichiatra- soprattutto dei suoi bisogni.


È importante aiutare i genitori a comprendere il perché di determinati comportamenti del loro figlio”. Vanadia tiene a sottolineare che “prima ancora di pretendere che un bambino comprenda lo stato mentale altrui abbiamo l’obbligo di comprendere noi il suo stato mentale”.


In senso letterale il termine ‘vulnerabilità’ indica un punto debole, “ma quando parliamo di bambini noi vogliamo individuare quei fattori di rischio, gli indicatori di allarme, che ci possano far comprendere i bisogni particolari di quel bambino e come possa incidere positivamente o negativamente l’ambiente che lo circonda”. Rispetto all’individuazione della vulnerabilità, continua Vanadia, “presenteremo oggi la scheda di screening neuroevolutivo che abbiamo elaborato insieme a neuropsichiatri infantili e psicoterapeuti dell’età evolutiva. È una scheda di screening nella misura in cui non tende a individuare una patologia già conclamata- conclude- ma quell’ambito di vulnerabilità sul quale si può intervenire per modificare la traiettoria che altrimenti potrebbe andare verso la patologia”.

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