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Caso Padova, la psichiatra: “I bambini non sono influenzati dall’orientamento sessuale dei genitori”

Giovanna Crespi: "Basare la valutazione delle famiglie sulla qualità delle relazioni piuttosto che sulla conformità a modelli tradizionali"

Pubblicato:21-06-2023 13:03
Ultimo aggiornamento:21-06-2023 13:04
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Psichiatra Giovanna Crespi
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ROMA – La procura di Padova, qualche giorno fa, ha impugnato gli atti di nascita di 33 figli di coppie omogenitoriali. Un provvedimento che sta facendo molto discutere e che ha riaperto il dibattito sull’omogenitorialità. Per analizzare gli aspetti psicologici, le differenze e le evidenze scientifiche sul tema, la psicoterapeuta e psichiatra Giovanna Crespi, risponde a tre domande.

E’ corretto parlare di ripercussioni psicologiche di bambini cresciuti da coppie omogenitoriali?

“Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha fornito prove significative che dimostrano che il benessere e lo sviluppo dei bambini non sono influenzati dalla struttura familiare basata sull’orientamento sessuale dei genitori- spiega Crespi- Le famiglie omogenitoriali, costituite da coppie dello stesso sesso, sono caratterizzate da un ambiente amorevole, stabile e impegnato nel fornire cure e supporto ai bambini. Numerosi studi hanno dimostrato che i bambini cresciuti in queste famiglie presentano livelli di benessere simili a quelli dei bambini cresciuti in famiglie eterosessuali”.


Ci sono reali differenze con chi cresce in una famiglia tradizionale?

“Le ricerche hanno dimostrato che non ci sono differenze significative nella crescita emotiva, sociale, cognitiva e accademica dei bambini con genitori omosessuali rispetto ai bambini con genitori eterosessuali- continua Crespi- I bambini di coppie omogenitoriali hanno dimostrato di sviluppare un attaccamento sicuro con i loro genitori, di avere relazioni positive con i coetanei e di raggiungere traguardi accademici paragonabili. Gli studi hanno anche evidenziato che la struttura familiare non influenza l’orientamento sessuale dei bambini: essere cresciuti in una famiglia omogenitoriale non aumenta né diminuisce la probabilità che un bambino diventi omosessuale o eterosessuale. L’orientamento sessuale- continua la psichiatra- è una caratteristica individuale che non è determinata dalla struttura familiare o dall’identità di genere dei genitori. Questi risultati dimostrano l’importanza di basare la valutazione delle famiglie sulla qualità delle relazioni e delle cure fornite ai bambini, piuttosto che sulla conformità a modelli tradizionali di genitorialità. Ciò sottolinea l’importanza di creare società inclusive, che riconoscano e sostengano le diverse forme di famiglia, garantendo il benessere e lo sviluppo armonioso di tutti i bambini, indipendentemente dall’orientamento sessuale dei loro genitori”.

Esistono delle evidenze scientifiche?

“Una delle ricerche più ampie e approfondite in questo campo è stata condotta dall’American Psychological Association (APA) che nel 2005 ha condotto una revisione della letteratura scientifica disponibile sul tema e ha concluso che ‘non c’è differenza significativa nello sviluppo psicologico dei bambini con genitori omosessuali rispetto ai bambini con genitori eterosessuali’- sottolinea ancora Crespi- Questa revisione è stata aggiornata nel 2012 e ha confermato le conclusioni precedenti. Uno studio del 2014 sulla rivista Child Development ha esaminato il benessere di bambini con genitori omosessuali rispetto a bambini con genitori eterosessuali. Lo studio ha coinvolto 154 bambini in età prescolare e ha concluso che non vi erano differenze significative tra i gruppi in termini di benessere psicologico e sociale”.
“Un altro studio pubblicato nel 2017 sul Journal of Marriage and Family- conclude Crespi- ha esaminato 21 studi precedenti e ha concluso che i bambini con genitori dello stesso sesso hanno ottenuto risultati simili in termini di salute mentale, sviluppo sociale e benessere emotivo rispetto ai bambini con genitori eterosessuali”.

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