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Damiano: “Contrari al taglio dei contributi solo ai nuovi assunti”

ROMA - "Quando è stato presentato dal Governo

Pubblicato:21-05-2016 16:40
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:45

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cesare damianoROMA – “Quando è stato presentato dal Governo il Jobs Act, a Renzi abbiamo suggerito di non prevedere sgravi, per i soli assunti nel 2015, di importo massimo pari a 8.060 euro per tre anni, ma di 4.030 per sei anni. Questa scelta avrebbe favorito una maggiore stabilità e continuità del lavoro ed evitato la contrazione di assunzioni a tempo indeterminato, avvenuta tra il 2015 ed il 2016, dovuta al taglio degli incentivi del 60% (8060 nel 2015 e 3.250 nel 2.016). Purtroppo, come è capitato molte altre volte, non siamo stati ascoltati”. Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera.

“Adesso – prosegue – sembra che il Governo voglia rendere finalmente strutturali gli incentivi: un passo avanti nella giusta direzione per il quale chiediamo di discutere a fondo la soluzione giusta da adottare. Tra le ipotesi circolate, per il momento solo giornalistiche, c’è anche quella del taglio dei contributi previdenziali del 4-6% per i soli nuovi assunti. Questa soluzione ci trova totalmente contrari”.

Se l’aliquota previdenziale scenderà fino al 27% – spiega Damiano – chi coprirà la differenza? Per questi nuovi assunti, che avranno il calcolo della pensione totalmente con il sistema contributivo, ci sarebbe il rischio di non raggiungere il livello di versamenti necessario per andare in pensione. Vogliamo ricordare che per lasciare il lavoro a 63 anni, come prevede l’attuale legislazione, per i giovani sarà necessario percepire un assegno pensionistico almeno 2,8 volte quello sociale (che attualmente è di 442 euro)”.


“Altrimenti il momento della pensione verrebbe spostato di almeno 5 anni (presumibilmente a quel tempo la pensione di vecchiaia si percepirà a 68 anni), semprechè l’importo sia almeno di 1,5 volte la pensione sociale. In caso contrario si arriverebbe automaticamente a 70 anni. Tagliare i contributi previdenziali ai giovani neo assunti, per far risparmiare le imprese, oltre che una beffa sarebbe anche un inganno”, conclude.

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