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Bandiera della Palestina al Cosmoprof: 5 aziende espongono e sperano

I prodotti sono realizzati con i sali del Mar Morto, le cui acque erano conosciute fin dai tempi dei Romani

Pubblicato:21-03-2024 18:51
Ultimo aggiornamento:21-03-2024 18:51

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BOLOGNA – E’ una delle novità della 55esima edizione del Cosmoprof di Bologna, che per la prima volta ospita cinque aziende della bellezza dalla Palestina. Piccole realtà della cosmetica disseminate tra Gerusalemme e il West Bank che offrono un sguardo diverso sulla Cisgiordania, oltre il conflitto e le tensioni con Israele. “Speriamo veramente che le persone possano vedere la qualità delle nostre aziende e che c’è di più di ciò che si vede. Siamo delle persone che lavorano sodo e stanno cercando di produrre un cambiamento nelle nostre vite personali e non solo”, racconta uno dei ragazzi del ‘Palestian pavillon‘ al salone internazionale che oggi ha aperto i battenti nel capoluogo emiliano. “E’ la prima volta che partecipiamo a Cosmoprof. Abbiamo cinque aziende palestinesi, una da Nablus, due da Hebron, una da Betlemme e una da Gerusalemme. Non è facile lavorare nel west bank adesso, ma proviamo a continuare il nostro lavoro anche in questa situazione”, spiega il responsabile della missione, Yousef Laham. Poco più là, un altro ragazzo si arrampica sullo stand per attaccare una bandiera palestinese.

“E’ importante per noi come palestinesi promuovere i nostri prodotti fuori dal paese, per aumentare il nostro export, per raggiungere nuovi mercati, per portare un po’ di soldi nel nostro paese, per modernizzare le nostre industrie e per costruire e far crescere le nostre imprese”, aggiunge Laham. Le aziende presenti (Derma Beauty, Dead sea peals, Evennes global cosmetics, Lovina Care, Maya factory) commercializzano, per lo più, prodotti realizzati con i sali del Mar Morto, il grande lago salato tra Israele, la Giordania e la Cisgiordania, le cui acque erano conosciute fin dai tempi dei Romani e sono sfruttate ancora oggi, per le loro qualità curative, soprattutto per le malattie della pelle. “Noi palestinesi amiamo la vita, cerchiamo la pace, dobbiamo accrescere la nostra produttività, le nostre industrie e entrare nuovi mercati”, prosegue Laham. “Dobbiamo affrontare molte sfide. Siamo veramente felici di essere qui, siamo davvero felici che ci sia uno spazio per la Palestina”, raccontano i giovani imprenditori volati a Bologna per scrivere un nuovo capitolo della storia dei territori.


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