ROMA – Il 22 marzo si celebra la giornata Mondiale dell’Acqua, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. Quest’anno, il tema individuato quest’anno dalle Nazioni Unite è “Accelerare il cambiamento”. Dal 2010 l’ONU riconosce l’accesso all’acqua pulita e potabile come un diritto umano universale. Tuttavia nel mondo, ancora oggi, l’accesso a questo bene prezioso, ma non infinito, non è uguale per tutti. Infatti, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre 2.2 miliardi di persone non hanno ancora accesso ad una fonte stabile e sicura di acqua potabile e 4.2 miliardi di persone non hanno accesso ad adeguati servizi igienico sanitari.
“Sensibilizzare i giovani su un uso responsabile di questa risorsa è uno dei nostri obiettivi– dichiara Alessandro Botti, Presidente di Ambiente Mare Italia– Domani AMI incontrerà circa 400 studenti delle scuole elementari e medie dell’Istituto San Giuseppe La Salle di Milano per parlare di Acqua, di inquinamento dei nostri mari e dell’uso eccessivo che ancora facciamo di plastica”.
“Mi dispiace dover ricordare in questa occasione – continua Botti – “che negli ultimi dieci anni, in Italia le vendite totali delle acque imbottigliate in plastica, si sono più che raddoppiate. Un dato che ci porta a riflettere, considerate le numerose sorgenti naturali di acqua presenti nel nostro paese”.
L’acqua che beviamo fa un lungo percorso, incontrando spesso molti ostacoli. Le acque giungono sulla superficie terrestre con le precipitazioni, penetrano nel sottosuolo e costituiscono quelle acque che non vediamo “le acque sotterranee”. Entrate nel suolo, le acque occupano pian piano tutte le cavità del terreno, imbevono il sottosuolo, raggiungendo uno strato di rocce impermeabili che ne ostacola l’ulteriore discesa e si accumulano fino a formare una falda acquifera. Durante il percorso dell’acqua il terreno cambia forma e consistenza e nella falda acquifera si troveranno tutte le sostanze che l’acqua ha trovato nel terreno durante il suo viaggio. Quanto più il percorso dell’acqua sarà lungo e la falda sarà profonda, tanto più l’acqua sarà pura.
Secondo la fotografia scattata dall’ultimo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) le falde acquifere italiane sono inquinate e sono sotto la media europea. Mentre in Europa il 74% delle acque sotterranee è in buono stato dal punto di vista chimico, in Italia lo è solo il 58%. In relazione alle acque di superficie, invece, la situazione è migliore rispetto agli altri paesi europei. In Italia il 41% dei bacini monitorati presenta uno status ecologico buono o elevato, contro il 39% della media Ue.
“Dobbiamo rispettare ciò che beviamo; dobbiamo rispettare la nostra salute- afferma il Presidente di Ambiente Mare Italia- AMI, Alessandro Botti- Ami chiede maggiore attenzione nella ristrutturazione delle infrastrutture”. E continua: “Ambiente Mare Italia – AMI propone poi di individuare delle aree di rispetto in corrispondenza delle sorgenti e delle fonti di acqua. E’ urgente una mappatura di tutte le realtà produttive che si trovano nei pressi delle sorgenti di acqua al fine di prevenire ogni possibile impatto nocivo al nostro Oro blu”. Infine, per permettere a tutti il bene acqua anche noi possiamo fare la nostra parte e intervenire sulle nostre abitudini quotidiane, contribuendo all’abbattimento degli sprechi più comuni.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it