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Affittopoli, la mappa di Tronca: in centro storico l’85% degli inquilini è moroso

Il Campidoglio ha chiesto agli inquilini degli immobili comunali canoni per 50 milioni di euro, ma ne ha riscosso soltanto 25 milioni, pari al 50%

Pubblicato:21-03-2016 11:51
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:25

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troncaROMA – Nel I Municipio risulta moroso l’85% degli inquilini degli immobili del Comune di Roma, per un totale di 4,5 milioni di euro. E’ questo uno dei risultati della mappatura del patrimonio immobiliare del I Municipio eseguita dal Campidoglio e disposta dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, che oggi ha presentato i risultati dell’analisi nella sala della Protomoteca. “Si tratta di un lavoro attento e meticoloso che mi auguro la prossima amministrazione possa proseguire”, ha detto il commissario.

“Sui 574 immobili nel I Municipio disponiamo oggi di tutti i dati relativi a ogni singola posizione- spiega Tronca-. Siamo riusciti a ricostruire tutti i dati, a partire dalla posizione personale, dunque dal reddito, da quella giuridica, a quella catastale. Certo, non li possiamo rendere tutti pubblici per rispetto, doveroso, della privacy. Ma si sappia che io ho i dati“.

Su tutto il patrimonio immobiliare del Comune di Roma, che conta 28.000 unità abitative e commerciali, “insiste una morosità storica complessiva di oltre 350 milioni di euro“. E’ questo uno dei risultati della mappatura. Per quanto riguarda il I Municipio, delle 574 posizioni dell’intero campione (immobili Erp e patrimonio disponibile) risultano morosità per 9,4 milioni di euro.


Nel corso del 2015 il Campidoglio ha chiesto agli inquilini degli immobili comunali canoni per 50 milioni di euro, ma ne ha riscosso soltanto 25 milioni, pari al 50%. E’ questo uno dei risultati della mappatura del patrimonio immobiliare del I Municipio eseguita dal Campidoglio e disposta dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, che oggi ha presentato i risultati dell’analisi nella sala della Protomoteca. Dal campione emergono anche redditi personali o volumi d’affari elevati, come redditi superiori a 700mila euro per un canone pari a 220 euro, o anche super.

CASA A TERMINI? 1,81 EURO MESE, 32 AL COLOSSEO – Meno di due euro al mese, 1,81 a essere precisi, per una casa a due passi dalla stazione Termini. Un po’ di più, 4,17 euro al mese, per abitare nei pressi di piazza Mazzini, mentre per stare vicino alla centralissima Campo de’ Fiori l’affitto è di 5,18 euro al mese. Quasi 33 euro, invece, per una casa vicino al Colosseo. Sono solo alcuni dei “canoni mensili risibili” o “patetici”, per dirla con le parole del commissario Tronca, riscontrati dalla mappatura del patrimonio immobiliare del I Municipio svolta dal Campidoglio con un “modello di sistema integrato” degli archivi esistenti che porta all’accertamento di tutte le posizioni illegittime. Di “morosità spaventosa” e canoni “ridicoli e patetici” ha parlato il commissario straordinario. Di “casi paradossali”, invece, parla il dossier messo a punto dal Campidoglio, che evidenzia, oltre agli affitti a dir poco bassi, 25 milioni di euro di mancati introiti nel 2015, pari a -50%. Praticamente, su 50 milioni di euro ‘bollettati’, dunque richiesti dal Campidoglio, lo scorso anno il Comune ne ha incassati soltanto la metà. Una morosità che, se si considera il dato ‘storico’, arriva a oltre 350 milioni di euro sul totale dei 28mila immobili comunali, tra unità abitative e commerciali.

E a guardare i redditi e il volume di affari degli inquilini, la situazione è ancora più paradossale: chi paga poco o nulla, guadagna anche tanto. Per cui, può capitare che i “canoni patetici” siano a carico di persone che hanno redditi superiori a 700mila euro e che, per esempio, sborsano 220 euro per un immobile nei pressi del Colosseo. Stessa cosa per chi magari ha un’attività localizzata in un immobile del Comune e si trova a pagare un canone di 380 euro al mese in zona Trastevere, a fronte di un giro d’affari superiore a 1 milione di euro. Ultimo dei paradossi, chi è morto paga l’affitto: il fenomeno della morosità, si legge infatti nel dossier, è scarsamente ricorrente per gli immobili i cui conduttori sono risultati deceduti.

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