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Il Copasir avverte: “Attenzione alla minaccia russa, chiedere conto dei rapporti tra politici”

"Vietare i finanziamenti stranieri ai partiti politici europei e nazionali"

Pubblicato:19-08-2022 18:10
Ultimo aggiornamento:19-08-2022 18:10

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ROMA –  Il Copasir, nella relazione trasmessa al Parlamento sull’attività svolta tra il febbraio e l’agosto del 2022, avverte sui rischi connessi alla minaccia russa, anche in relazione alle elezioni e ai contatti tra partiti ed esponenti politici con quelli russi. Il Copasir fa riferimento alla risoluzione sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea e sulla disinformazione approvata dal Parlamento di Strasburgo il 9 marzo 2022. Il testo è frutto di un’indagine che la Commissione ha svolto nel corso di un anno e mezzo.

La manipolazione delle informazioni cui ricorrono la Russia e la Cina, sia internamente che verso l’estero, è un fatto e la relazione evidenzia che sia i cittadini europei che i governi sono inconsapevoli della pervasività e della pericolosità del fenomeno. La minaccia rappresentata dalla disinformazione e dalle ingerenze ha come obiettivo i processi democratici dei Paesi dell’UE e opera su vari piani: influenze sulle elezioni, attacchi informatici; reclutamento di personaggi pubblici di alto livello, non esclusi esponenti politici, al fine di polarizzare l’opinione pubblica”, scrive il Copasir. E aggiunge che “il tutto risulta aggravato da carenze normative e scarsità di coordinamento tra i Paesi UE”.

Il Comitato di San Macuto sottolinea come la risoluzione ipotizzi alcune azioni di contrasto: “favorire la pluralità nei mezzi di comunicazione e sostenere istituti di fact checking e i ricercatori indipendenti; sanzionare le organizzazioni che diffondono la propaganda straniera; spingere a che i social media non promuovano gli account falsi; disincentivare la collaborazione delle Università con gli Istituti Confucio”. Tra queste c’e’ anche la “chiedere conto delle relazioni tra alcuni partiti o esponenti politici e la Russia” e “vietare i finanziamenti stranieri ai partiti politici europei e nazionali; dedicare risorse al miglioramento della cybersicurezza e monitorare e segnalare i software di sorveglianza illeciti (come Pegasus di cui il Comitato si è occupato nel corso del 2021 e di cui molti Paesi autoritari hanno fatto uso); monitorare e impedire il reclutamento di ex politici di alto livello a fine mandato”.


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