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Il Tar del Lazio respinge il ricorso contro l’inceneritore di Santa Palomba

I legali del comitato No Inceneritore di Santa Palomba stanno vagliando se sussistono le ragioni per un ricorso in Consiglio di Stato

Pubblicato:19-07-2023 15:01
Ultimo aggiornamento:19-07-2023 15:01

GIUDICE_RIFIUTI
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ROMA – La quinta sezione del Tar Lazio ha respinto con sentenza il ricorso di diversi comitati di cittadini del quartiere Santa Palomba di Roma contro la realizzazione di un inceneritore da 600mila tonnellate. Nel dettaglio i comitati avevano impugnato e chiesto l’annullamento delle ordinanze con cui il commissario di Governo al Giubileo e sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, aveva determinato il piano rifiuti di Roma Capitale, la sua approvazione in seguito a una valutazione ambientale strategica condotta dalla Città Metropolitana di Roma e la realizzazione nella zona industriale di Santa Palomba di un inceneritore da 600mila tonnellate. I legali del comitato No Inceneritore di Santa Palomba stanno leggendo le motivazioni e vagliando se sussistono le ragioni per un ricorso in Consiglio di Stato.

PERCHE’ I RICORSI SONO STATI RIGETTATI

ll Tar Lazio ha rigettato i ricorsi perché “destituiti di fondamento”. I comitati hanno contestato, tra le altre cose, la legittimità costituzionale di una norma molto generica all’interno della quale trovano spazio la nomina di Roberto Gualtieri a commissario per il Giubileo e, all’interno di questa, l’estensione dei suoi poteri straordinari anche ai rifiuti. Per i giudici amministrativi “la coerenza della disposizione con l’oggetto e le finalità del decreto legge- si legge nella sentenza- deve essere anzitutto riguardata in relazione al suo titolo (‘Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti’), rispetto al quale non sembra potersi negare che la risoluzione delle questioni legate alla gestione dei rifiuti di Roma Capitale, e alla chiusura del ciclo degli stessi, anche assicurata da una razionalizzazione e realizzazione di nuovi impianti, ivi compreso il termovalorizzatore, abbia attinenza sia con le più generali politiche energetiche, sia con la realizzazione di condizioni atte a valorizzare la produttività delle imprese e l’attrazione degli investimenti”.

Quanto invece alla presunta illegittimità costituzionale sollevata dai comitati sul superamento dei poteri ordinari (in tema di rifiuti) spettanti alla Regione Lazio e affidati al commissario Gualtieri fino al dicembre 2026 “deve negarsi che la legittimazione a evocare l’illegittima temporanea sottrazione di competenze amministrative possa spettare ad altri che alla Regione Lazio, in funzione di una vindicatio potestatis connessa alla lesione della sfera del proprio ambito soggettivo giuridico, da far valere con giudizio principale”.


Insomma, solo la Regione avrebbe potuto impugnare questa “sottrazione di potere” ma “nel caso di specie la Regione Lazio non ha promosso alcun giudizio di legittimità costituzionale”. Anzi, con la legge istitutiva degli Egato (gli enti di gestione degli ambiti territoriali ottimali dei rifiuti) “la Regione Lazio, nell’esercizio della propria sfera di competenza legislativa ex art. 117 Cost., ha ritenuto di enucleare essa stessa una disciplina specifica relativa alla gestione dei rifiuti di Roma Capitale e di introdurre due ambiti territoriali ottimali specifici, uno per il territorio di Roma Capitale, l’altro per il territorio della Città metropolitana”.

Quanto invece alla nomina del sindaco di Roma come commissario di Governo al Giubileo e ai rifiuti della Capitale, per i giudici amministrativi “nessuna legittimazione e interesse possono vantare le parti ricorrenti a contestare in sé il provvedimento di nomina, rispetto al quale non hanno formulato, peraltro, specifiche censure; d’altro canto, per le plurime ricadute sul territorio metropolitano del grande evento giubilare, e dei connessi afflussi di pellegrini e turisti, è affatto logica e razionale la scelta, in coerenza con il precedente Giubileo, di individuare il commissario straordinario nella figura del Sindaco di Roma Capitale”.

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