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Medio Oriente, Von Der Leyen: “Momento buio, l’Europa sta con Israele”

La dirigente, di fronte al Parlamento Ue, ha commentato il bombardamento dell'Ospedale battista Al-Ahly di Gaza City

Pubblicato:18-10-2023 10:29
Ultimo aggiornamento:19-10-2023 12:30
Autore:

Ursula von der Leyen
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ROMA – “In questo momento buio, l’Europa sta con Israele”: parole pronunciate da Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea, all’indomani del bombardamento dell’Ospedale battista Al-Ahly di Gaza City nel quale hanno perso la vita centinaia di persone palestinesi. La dirigente è intervenuta di fronte al Parlamento Ue, facendo riferimento a ciò che è accaduto ieri. “Tutti i fatti devono essere accertati e chi è responsabile dovrà rendere conto” ha sottolineato Von der Leyen. La presidente della Commissione ha definito il bombardamento dell’Ospedale “una tragedia insensata”.

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Hamas e Jihad islamica hanno accusato del raid l’esercito di Israele. Il governo di Tel Aviv ha respinto la loro ricostruzione, accusando a sua volta le organizzazioni palestinesi. L’Ospedale si trova all’interno della zona della Striscia di Gaza che l’esercito di Tel Aviv aveva ordinato di evacuare nonostante nell’area vivessero circa un milione e 100mila persone. A perdere la vita ieri anche donne, bambini e persone costrette a lasciare le proprie case dopo il 7 ottobre, a causa della nuova fiammata del conflitto in Medio Oriente.

VON DER LEYEN: UE SI IMPEGNI A TUTELA VALORI, CULTURA EBRAICA

STRASBURGO – I valori ebraici e la cultura ebraica, che tanto hanno plasmato quella europea, devono essere mostrati liberamente e senza paura: abbiamo proposto, all’inizio del nostro mandato, di aggiungere il crimine d’odio e l’incitamento all’odio all’elenco dei crimini che devono essere sanzionati in tutta l’Ue, ma la nostra proposta resta ancora bloccata da alcuni Stati membri”, ha detto la presidente della Commissione europea. Parlando dell’attacco di ieri, Von der Leyen ha genericamente fatto riferimento alla necessità “di far pagare i responsabili dell’esplosione” rinnovando anche “l’esigenza di prestare gli aiuti umanitari fondamentali al popolo di Gaza”.

“Dobbiamo essere cauti nelle nostre parole, nella scelta dei termini e di quando e come ci pronunciamo”, ha detto il ministro spagnolo degli Affari esteri, José Manuel Albares Bueno, sottolineando la “necessità di condannare il terrorismo in maniera ferma ed esprimendo solidarietà a tutte le vittime senza distinzione di nazionalità e religione”.

“Certamente Israele ha il diritto a difendersi, ma anche questo diritto ha dei limiti, e sono quelli stabiliti dal diritto internazionale umanitario”, ha aggiunto l’Alto rappresentante per gli Affari esteri, Josep Borrell, più netto nel dare una valutazione di quanto sta accadendo nella regione dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Il diplomatico ha indicato quattro principi sui quali l’Ue deve basare la propria risposta”. L’unione deve essere ferma “con la condanna ad Hamas e la chiara distinzione tra la legittima ambizione del popolo palestinese e il gruppo terroristico”. L’elemento dell’umanità deve ricordare che “anche la guerra ha le proprie regole e non è ammissibile che il popolo di Gaza non abbia a disposizione acqua, energia elettrica, cibo e assistenza medica”. Borrell ha anche citato “la coerenza politica” che serve per il rispetto “da parte di tutti del diritto umanitario” e induca gli Stati membri ad agire compatibilmente “con un’azione comune dell’Unione europea”. L’Unione, nelle parole dell’Alto rappresentante deve adottare anche una “condotta proattiva che risolva questo conflitto per fermare al più presto la spirale di violenza, affinché non possa più accadere”.

Nel corso dell’intervento Borrell ha fatto anche un riferimento non esplicito alla visita in Israele di Von der Leyen e della presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola. “Non è con le visite che la situazione cambierà”, ha detto, chiarendo che, “non è una critica volta a creare dibattiti inter-istituzionali” e motivando l’assenza di una sua missione nella regione. “Se visito Israele devo anche poter visitare Ramallah”, ha detto riferendosi alla città proclamata capitale dai palestinesi. “Purtroppo l’emozione del momento ha impedito che così fosse; spero di poter visitare Israele”, ha aggiunto Borrell. “Non posso però negare quello che hanno detto gli Stati membri: la privazione di acqua, cibo, elettricità e medicinali a un Paese sotto assedio corrisponde a non rispettare le leggi umanitarie internazionali”, ha detto chiudendo il dibattito in Aula.

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