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Lavoro, De Lise (commercialisti): “Giovani professionisti siano valore aggiunto”

Per il presidente dell'Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili "oggi le pari opportunità valgono rispetto al genere ma anche rispetto all'età"

Pubblicato:18-03-2021 18:28
Ultimo aggiornamento:18-03-2021 18:29
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NAPOLI – “Oggi le pari opportunità valgono rispetto al genere ma anche rispetto all’età. Essere giovani in Italia non è la cosa più semplice del mondo: siamo considerati arroganti o irresponsabili. Accendendo i riflettori su questo tema, vogliamo dimostrare come invece essere giovani sia un valore aggiunto. C’è molto da fare, capisco che in tempo di Covid parlare di futuro per i giovani non sia semplice, ma non bisogna smettere di riflettere su argomenti che riteniamo strategici per le professioni e in generale per tutto il Paese”. Lo ha detto Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, nel corso del webinar ‘Prospettive e futuro della professione: le pari opportunità per i giovani commercialisti’.

Prima di avviare l’incontro, è stato rispettato un minuto di silenzio in occasione della Giornata nazionale per le vittime del Covid. “Portare gli studi sul livello digitale, dematerializzando quanto più possibile, e creare studi aggregati porterebbe enormi vantaggi ai professionisti e ai propri clienti – ha evidenziato Donatella Conzatti, segretaria della commissione Bilancio di Palazzo Madama -. In futuro il sistema produttivo evolverà enormemente: nuovi mercati, penso a infrastrutture e green, si apriranno e dovranno essere accompagnati da competenze specifiche. E poi bisognerà avere uno sguardo di maggiore competenza rispetto alle aziende”.

Chiara Gribaudo – commissione Lavoro pubblico e privato alla Camera, da oggi nella segreteria nazionale del Partito democratico con la delega Missione giovani- ha affermato: “Gran parte del futuro del Paese passa attraverso temi come la formazione e le specializzazioni. Attenzione soprattutto a donne e giovani, che sono le categorie maggiormente penalizzate dalla pandemia. Sappiamo che senza uguaglianza non ci sarà ripresa. Ad esempio l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro vale 7 punti di Pil, è un discorso non soltanto di uguaglianza sociale ma anche economico”.


Gaetano Stella, presidente Confprofessioni, ha evidenziato come negli ultimi anni “sono mancate le politiche governative nei confronti dei giovani“. “Ad oggi – ha continuato – soltanto il 28 per cento dei laureati intende intraprendere un’attività libero professionale: molti sono orientati verso rapporti di lavoro a tempo indeterminato e questo è un problema anche per le casse di previdenza, a cui si dovrà porre rimedio”. Secondo Claudio Siciliotti, past president dei commercialisti italiani, “il Covid ha diviso ancora di più in due l’Italia: da un lato i garantiti, dall’altro i professionisti e gli autonomi. Ma il governo è intervenuto a pioggia, senza pensare a quella parte del Paese realmente colpita dalla pandemia. Ci sarebbe moltissimo da fare, forse l’idea di immaginare una no tax area fino al compimento del trentesimo anno di età e fino al secondo scaglione Irpef potrebbe essere una manovra straordinaria. Serve una profonda visione di cambiamento”.

Per Sonia Mazzucco, vicepresidente dell’Ungdcec, “da una recente ricerca emerge che tra i giovani predomini un sentimento di paura e di sfiducia verso il lavoro, infatti l‘idea predominante è quella di accettare qualsiasi lavoro e non sceglierlo. Bisogna lavorare per cambiare le cose”. Marcella Caradonna, numero uno dell’Odcec di Milano, ha invece rimarcato come “i giovani professionisti oggi hanno enormi capacità e un grande senso di orientamento in questo mondo che sta cambiando velocemente. Non credo che il futuro sia a tutti i costi nelle specializzazioni, quanto nelle sinergie e nell’imparare a fare rete”. Infine, Simona Bonomelli, presidente dell’Odcec Bergamo, ha sottolineato: “Oggi è un giorno particolare, un anno fa i camion dell’Esercito trasportavano in città le bare dei nostri genitori e nonni. In merito alla professione, voglio guardare anche al passato: questo lavoro è una vocazione, c’è un sentimento di appartenenza forte che è insito in noi sin dal momento in cui lo scegliamo. Il riformismo sfrenato e l’enorme burocratizzazione ci stanno danneggiando”. Al webinar hanno partecipato anche Marianna Cugnasco, presidente Commissione Pari Opportunità Ungdcec; Maria Pia Nucera, presidente Adc; Andrea Dili, presidente Confprofessioni Lazio; Francesco Serao, past president del Cndcec; Giovanni Battista Calì, presidente Fondazione Telos.

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