NEWS:

A Bologna sfilano in centinaia per chiedere la rivoluzione ambientale

Nel corteo di Labas e comitati slogan contro il passante: "Basta, è ora di cambiare"

Pubblicato:17-10-2020 16:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:04
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – Diverse centinaia di persone sfilano nel centro di Bologna per chiedere una “rivoluzione ambientale” promessa ma ancora lontana dall’essere realizzata. Partita poco dopo le 16.30 da piazza XX Settembre la manifestazione convocata da Labas, dai ragazzi di Fridays for Future ed Extinction Rebellion e da realtà ‘storiche’ dell’ambientalismo come Legambiente. Accanto a loro, per chiedere in prima battuta al Comune di passare finalmente all’azione dopo aver dichiarato l’emergenza ambientale un anno fa, diversi comitati cittadini che si battono per tutelare l’ambiente, dagli anti-smog di Aria Pesa al comitato dei Prati di Caprara Rigenerazione no speculazione. Una manifestazione “pubblica, pacifica e determinata. Siamo qua per la salute di tutti”, come ricorda lo speaker quando il corteo si trova di fronte un imponente cordone di polizia all’angolo Indipendenza-Irnerio-Mille. La manifestazione, composta in larga parte di giovani, si snoda infatti per il centro già affollato per via dei T-days per concludersi in piazza Maggiore.
Primo obiettivo del corteo è ovviamente il Comune, soprattutto per il progetto di Passante (“No autostrade in città, No Passante di mezzo” ribattezzato ‘Gassante’), ma ce n’è anche per l’Università di Bologna, contestata in uno striscione per i rapporti con Eni. In coda al corteo si distinguono anche le bandiere del sindacato di base Sgb e quelle degli anarchici. Tra le cinque “azioni immediate” chieste dagli organizzatori ci sono una “radicale revisione del Pug”, il piano urbanistico generale, lo stop al Passante e anche un “ripensamento” dell’aeroporto a partire da un People mover non ancora entrato in funzione ma “già vecchio e inutile”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it