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VIDEO | Galimberti: “La parola ‘patria’ è morta”

Alla Dire il filosofo Umberto Galimberti, a Modena per il Festivalfilosofia, ha risposto così sul significato di alcune parole tornate molto alla ribalta nel discorso politico

Pubblicato:17-09-2023 13:05
Ultimo aggiornamento:17-09-2023 13:06
Autore:

umberto galimberti
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MODENA – “Parole come patria e valori o tradizioni sono morte. Richiamano scenari che non esistono più, gli Stati vanno aboliti lo diceva già Kant“. Alla Dire il filosofo Umberto Galimberti, a Modena per il Festivalfilosofia, ha risposto così sul significato di alcune parole tornate molto alla ribalta nel discorso politico. E proprio su questo filo rosso di “parole che non descrivono più il nostro mondo, ma che vengono da quelle greche e giudaico cristiane e rimandano a uno scenario che non esiste più”, lo studioso ha proposto “l’etica del viandante”, sua nuova opera, su cui terrà lezione oggi a Carpi.

“Il viandante non è un viaggiatore perché non ha mete escatologiche o temporali, cammina per fare esperienza. Confonde i confini, mette in atto una deterritorializzazione, non è al centro dell’universo come vuole il cristianesimo, ed è interconnesso alla catena dell’essere”. Si tratta di una “sfida mai vista prima, in cui la prima patria è la nostra terra. Viandanti non sono solo migranti, ma siamo tutti”.

Nessun lieto fine però: “Le guerre continueranno per la distanza di valori…questa maledetta parola- ha concluso Galimberti- in realtà sono solo dei coefficienti sociali e oggi persino cercare un senso della vita è diventato un mezzo per vivere”. È destino dell’età della tecnica.


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