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Covid, la ‘road map’ della Commissione Ue: dal ‘pass vaccinale’ alle riaperture

La Commissione ha adottato oggi una proposta legislativa che istituisce un quadro comune per un certificato verde digitale relativo alla vaccinazione, ai test e alla guarigione.

Pubblicato:17-03-2021 19:19
Ultimo aggiornamento:17-03-2021 19:19
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European economic policy
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ROMA – Alla vigilia della riunione dei leader europei del 25 marzo, la Commissione europea invita gli Stati membri a prepararsi a un approccio coordinato in vista di una revoca graduale delle restrizioni per la Covid-19 quando la situazione epidemiologica lo consentirà.

In una comunicazione adottata oggi, si riferisce in una nota diffusa a Bruxelles, “viene tracciata la via da seguire per una politica equilibrata e un approccio comune a livello di Ue, con indicazione di ciò che occorre fare per anticipare il momento in cui potremo recuperare il nostro stile di vita europeo, in sicurezza e in modo duraturo, tenendo sotto controllo il virus”.

Nella nota si legge: “Se da un lato la situazione epidemiologica richiede un controllo continuo fino al raggiungimento di una copertura vaccinale sufficiente, dall’altro è necessario creare le condizioni in tutto il mercato unico per consentire una riapertura sicura e duratura, che consenta ai cittadini di tornare a godere pienamente dei loro diritti e di riprendere l’attività economica e sociale. Tra le misure del caso rientrano il ‘certificato verde digitale’ relativo alla vaccinazione, ai test e alla guarigione, il ricorso a un quadro comune per le misure di risposta, orientamenti su ulteriori strategie diagnostiche, quali il monitoraggio delle acque reflue per il tracciamento delle varianti, investimenti nella diagnostica e nelle cure. Nella comunicazione è inoltre indicata una serie di provvedimenti finalizzati a rafforzare la resilienza globale attraverso il Covax e il meccanismo dell’Ue di condivisione dei vaccini”.


Margaritis Schinas, vicepresidente e commissario per la Promozione dello stile di vita europeo, ha dichiarato: “Questo percorso comune deve essere tracciato in modo da risultare sicuro, duraturo e vantaggioso per tutti gli europei. Quando si parla di eliminare le restrizioni non dobbiamo dimenticare quello che è successo nel 2020, con una successione di aperture e chiusure che ha provocato danni e causato costi, e che questa volta deve essere evitata. La comunicazione odierna si riferisce a un pacchetto equilibrato di misure in parte già applicate e in parte nuove. Attendiamo l’approvazione degli Stati membri in occasione del prossimo Consiglio europeo. Giorno dopo giorno ci stiamo avvicinando ai nostri obiettivi per quello che riguarda le vaccinazioni e alla ripresa del nostro stile di vita europeo”.

Stella Kyriakides, commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, ha dichiarato: “La nostra proposta odierna riguarda un approccio comune a livello di Ue che ci permetterà di compiere ulteriori passi verso il nostro obiettivo di riaprire l’Ue in modo sicuro, duraturo e prevedibile. La situazione epidemiologica in Europa è ancora molto difficile e la fiducia nelle decisioni che vengono prese è fondamentale. Solo attraverso un approccio comune potremo tornare alla piena libertà di circolazione nell’Ue in condizioni di sicurezza, sulla base di misure trasparenti e della piena fiducia reciproca”.

La Commissione ha adottato oggi una proposta legislativa che istituisce un quadro comune per un certificato verde digitale relativo alla vaccinazione, ai test e alla guarigione. Si tratta di un approccio a livello di Ue per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificati per agevolare la libera circolazione all’interno dell’Ue basato sul rispetto rigoroso del principio della non discriminazione e dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione europea. Sarà definito un quadro tecnico a livello di Ue, da applicarsi entro la metà di giugno, che garantirà la sicurezza, l’interoperabilità e il pieno rispetto della normativa a tutela dei dati personali. Sarà inoltre possibile estenderlo ai certificati compatibili rilasciati in Paesi terzi.

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