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Sinistra italiana, al via congresso a Rimini tra Saramago, canti sociali e il ‘MiticOperaio’

Sinistra italiana riparte da Rimini: tra giorni di congresso, da qui a domenica, per eleggere il nuovo segretario

Pubblicato:17-02-2017 18:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:55

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RIMINI – C’è rosso dappertutto. Nelle scritte sui cartelli, sui badge dei delegati, negli sfondi per le interviste. Sinistra italiana riparte da Rimini, da oggi a domenica: tre giorni di congresso per ‘Una sinistra tutta da scrivere’. I delegati sono 680, qui per decidere dove e con chi andare, per eleggere il nuovo segretario. “Porte chiuse a Renzi”, puntualizza subito Fabio Mussi nella sia relazione introduttiva. “Guardiamo con interesse all’implosione del Pd, ma è una cosetta“, dice Vendola. Del Pd, per oggi, non si vede nessuno. Domani mattina dovrebbe portare il saluto del partito il vicepresidente Matteo Ricci. Intanto oggi sfilano altre delegazioni: Comunisti italiani, Prc, Verdi, Psi, Altra Europa con Tsipras. Maurizio Landini, che chiede di “ripartire dall’unità dei lavori”, vince l’applausometro di giornata: per lui quasi una standing ovation. La sala scelta per il congresso è scenografica: l’auditorium del palacongressi di Rimini. Sul palco, accanto al leggio dove si alternano gli editori, c’è un giovane pianista che tra un intervento e l’altro sottolinea le presentazioni al ritmo di musica da camera. Per spiegare il senso di questi tre giorni è stato scelto invece Josè Saramago e il suo ‘Racconto dell’isola sconosciuta‘. Dove c’è un uomo che parte alla ricerca “dell’isola sconosciuta” e alla domanda del re “qual è quell’isola sconosciuta di cui volete andare in cerca?”, risponde: “Se ve le potessi dire allora non sarebbe sconosciuta”.

Nei corridoi appena fuori ci sono gli immancabili tavoli degli stand. L’unico quotidiano in vendita è il Manifesto. Lo spazio riservato al giornale offre anche cd, spille e gadget. I dischi sono soprattutto quelli della sinistra folk-rock: Banda bassotti, Bandabardò, Modena City Ramblers, Radici nel cemento, una compilation di ‘Canti sociali e del lavoro’. L’angolo discografico, a dire il vero, non vende molto. Le spille costano 1,50 euro l’una, oppure quattro spille in offerta a 5 euro. Tra le altre, quella con la bandiera della pace e quella col simbolo del Pci. Poco più in là le magliette, che sembrano interessare più persone. La militanza nelle scritte: ‘Dal 1948 sana e robusta Costituzione’; ‘Partigiani‘, ‘Padrone di niente, servo di nessuno‘, ‘Se la risposta è Renzi allora la domanda è sbagliata’. Il banchetto dei libri è pieno di scritti politici ed economici: Piketty, Bauman, Odifreddi, Corbyn, Sanders, Reichlin, Fassina, Canfora. C’è anche ‘Rimini nera’, racconti criminali dagli anni Ottanta. E, ben in mostra con una copertina che non passa inosservata, ‘Il MiticOperaio‘, una graphic novel che affonda le radici negli anni Ottanta. “Lavoratore modello o spietato assassino, Pietro Sartorio, il MiticOperaio, è senza dubbio l‘antieroe più estremo del fumetto italiano. Fonde atmosfere noir e superomismo- si legge nella presentazione sul sito della casa editrice Voilier- in una storia al confine tra realtà e mito, tra l’indagine sociale e psicologica di un periodo storico (gli anni 80) e la sua più sfacciata derisione”.

dal nostro inviato Antonio Bravetti, giornalista professionista


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