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Uranio impoverito, Arabia (Sum): “Nessun contenzioso se fosse passata la proposta di legge di Del Monaco”

Il presidente del Sindacato Unico dei Militari: "Il ministro prenda in esame questo provvedimento"

Pubblicato:16-01-2024 17:18
Ultimo aggiornamento:16-01-2024 17:34
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uranio impoverito
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ROMA – “I casi come quelli di Gianluca, militare dell’Esercito ammalatosi di un linfoma raro dopo il Kosovo e ce ne sono centinaia nelle Forze Armate – non dovrebbero nemmeno esistere. Se fosse passata la proposta di legge del compianto on. Del Monaco che ricalcava un’iniziativa dell’allora ministra Trenta e ricordata dall’avvocato Andrea Bava che ha seguito il caso di questo militare che ribaltava l’onere della prova, ovvero non era il militare a dover dimostrare il nesso di causalità tra la malattia e il servizio, ma l’amministrazione, non ci sarebbero stati contenziosi”. È netto il commento di Antonello Arabia, presidente provvisorio del Sindacato Unico dei Militari sul caso del militare Gianluca, intervistato in esclusiva dalla Dire, che come tanti altri ha dovuto ricorrere alla giustizia per vedersi riconosciuta l’invalidità connessa con il servizio, una battaglia che continua e che lo ha visto vincere intanto al Tar del Friuli Venezia Giulia.

“Non avremmo avuto casi di contenzioso e la gente avrebbe avuto giustizia“, aggiunge Arabia che ricorda le Pdl presentate in Parlamento nelle precedenti legislature: “L’atto Camera 2224 presentato appunto da Del Monaco alla fine del tavolo tecnico in ambito Difesa, la Rizzo – atto camera 2508 – al tempo in cui era presidente della Commissione Difesa, e ancora la Cirielli, con atto camera 133, o la Serracchiani la 2345, mai arrivate a conclusioni concrete”.

“Ricordo che già il tavolo tecnico sulla materia dell’uranio impoverito avevano ultimato i lavori con una proposta al ministro. Per questo- ribadisce il presidente del SUM- la Commissione interna voluta dal ministro Crosetto non potrà arrivare a conclusioni diverse da quelle parlamentari d’inchiesta. È indubbio che per ‘sanare’ questa situazione bisogna intervenire normativamente”.



Arabia ricorda che tra le competenze dei sindacati militari c’è la sicurezza del luogo di lavoro: “Di recente abbiamo per esempio sollevato la questione della presenza di gas radon a Palazzo Esercito e abbiamo avuto rassicurazioni per lavori in corso. Ma come sindacato vigileremo per la sicurezza dei nostri iscritti. Ricordo che dagli esiti della Commissione parlamentare Scanu- conclude- era emersa la proposta di affidare la conduzione di vigilanza nei luoghi di lavoro da nuclei misti composti da personale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, insieme con personale ispettivo delle amministrazioni interessate, previa definizione di un regolamento attuativo. Di questa proposta non c’è più traccia. Solo l’approvazione della proposta di legge Del Monaco garantirebbe al personale militare una copertura adeguata. È un invito che facciamo al ministro e a tutte le forze politiche di prendere in esame tale provvedimento”.

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