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La danza approda in basilica e diventa “meditazione di speranza”

Il 7 novembre, in San Petronio, iniziativa promossa dal Comune e dalla Chiesa di Bologna

Pubblicato:15-10-2022 18:46
Ultimo aggiornamento:15-10-2022 18:46

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BOLOGNA – “Portare un messaggio di speranza, in un tempo fortemente segnato della pandemia e dal grave scenario di guerra su scala internazionale”: è lo spirito con cui il Comune e la Chiesa di Bologna hanno deciso di promuovere “Memorare”, una meditazione nel segno dell’arte, della musica e della danza che avrà luogo nella basilica di San Petronio il 7 novembre alle 21.

SARÀ POSSIBILE CONTRIBUIRE AL RISCALDAMENTO DELLE PARROCCHIE

“Al suono degli antichissimi organi della basilica e con la voce del coro della cappella musicale di San Petronio, diretto dal maestro Michele Vannelli- è spiegato nella presentazione dell’evento- viene accolta la danza di cinque ballerini ospiti: Nicoletta Manni, Timofej Andrijashenko, Mick Zeni, primi ballerini del Teatro alla Scala; Vittoria Valerio, solista del Teatro alla Scala; Letizia Masini, ballerina del corpo di ballo del Teatro alla Scala. Ad accompagnarli dal vivo i solisti dell’orchestra del Teatro comunale di Bologna: all’arpa Cinzia Campagnoli, alla viola Florinda Ravagnani, ai violini Elena Maury e Alessandra Talamo, al violoncello Eva Zahn”. Il programma della serata, nato da un’idea di Vittoria Cappelli e Valentina Bonelli con la collaborazione di Roberto Giovanardi, è curato da Bonelli e don Stefano Culiersi, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano di Bologna. La serata sarà ad accesso gratuito, ma all’ingresso si potrà lasciare un’offerta libera per contribuire alle spese di riscaldamento delle parrocchie inserite nella rete del Piano freddo del Comune, visti gli aumenti provocati dalla crisi energetica. Per chi non riuscirà a trovare posto all’interno, inoltre, sarà allestito uno schermo sul sagrato della basilica.

ZUPPI: UN PROGETTO CHE UNISCE LA CHIESA E LA CITTÀ


Quello presentato oggi è “un progetto che unisce”, afferma l’arcivescovo Matteo Zuppi in un messaggio inviato per essere letto in conferenza stampa. L’iniziativa “unisce la città e la Chiesa, unisce linguaggi artistici diversi e straordinari come la musica, la danza e il canto, unisce tutti noi in di San Petronio e ci stringe attorno ai più esposti. Unisce poi nella carità- continua Zuppi- per la solidarietà delle offerte destinate a sostenere le parrocchie”. Con l’iniziativa del 7 novembre “San Petronio non diventerà una sala da ballo ma viceversa la danza diventerà preghiera, recuperando il significato che la Bibbia le attribuisce”, aggiunge monsignor Stefano Ottani, vicario generale per la Sinodalità dell’Arcidiocesi bolognese. “Le parole di Ottani confermano che non abbiamo sbagliato a pensare che fosse giusto portare in basilica la danza- sottolinea Cappelli- un’arte sublime perché unisce corpo, anima e cervello”.

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LEPORE: BOLOGNA UNA CITTÀ CHE HA DIMOSTRATO DI AMARE LA DANZA

La basilica “verrà abitata come un vero e proprio teatro di comunità, in cui ritrovarsi attorno alla forza speciale della grande danza e della grande musica”, afferma la delegata alla Cultura, Elena Di Gioia. “Chiaramente non sarà solo una performance artistica ma qualcosa di molto più alto e per noi è una grande gioia, ecumenica- dichiara il soprintendente del Teatro comunale, Fulvio Macciardi- partecipare con il meglio delle nostre rappresentanze artistiche e tecniche”. Senza dimenticare, segnala Macciardi, che “è difficile creare le condizioni per vedere bene la danza in cattedrale”, ma per farlo “abbiamo studiato tanto in modo che chiunque verrà avrà la possibilità di seguire e condividere quel momento”. In questi anni “abbiamo investito sulla danza e ricostruito una reputazione che oggi permette di crescere e fare produzioni sempre più importanti- conclude il sindaco Matteo Lepore- perché abbiamo dimostrato che la città ama la danza”.

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