“L’Italia è stata la prima Nazione a dotarsi di una legge che prevede programmi pluriennali di screening per la celiachia e per il diabete di tipo 1 rivolti alla popolazione pediatrica”. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo ad un convegno sul tema organizzato a Roma. “Insieme all’Istituto superiore di Sanità- ha fatto sapere il ministro- abbiamo avviato un progetto pilota di screening che coinvolge quattro Regioni, propedeutico alla successiva realizzazione dello screening pluriennale su scala nazionale”. In Italia, intanto, le persone con diabete di tipo 1 sono circa 300mila e l’incidenza di questa patologia è in aumento in tutto il mondo, soprattutto in età pediatrica.
“Sinceramente non comprendo la polemica. Sono convinto che a un tavolo di confronto con le Regioni si definiranno questi aspetti”. Lo ha chiarito il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, interpellato la settimana scorsa dai cronisti sui fondi destinati alla sanità, a margine di un convegno a Napoli sul tema Agenda Sud 2030. “Con il ministro Schillaci abbiamo inviato una lettera a firma congiunta per avere un quadro chiaro della situazione e degli investimenti in sanità- ha proseguito- perché in molti casi bisogna capire quali sono le tempistiche e il livello di avanzamento dei progetti”.
Ci sono elementi di criticità “molto significativi” nell’ambito del percorso di presa in carico e gestione dei pazienti in età evolutiva con disforia o incongruenza di genere all’ospedale di ‘Careggi’ di Firenze. L’esito dell’indagine ministeriale è stato riassunto dal ministro, Orazio Schillaci, nella risposta all’interrogazione parlamentare presentata dal senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri. Resta, dunque, il nodo del percorso neuropsichiatrico e l’utilizzo della terapia farmacologica con triptorelina, il principio attivo che, abbassando la produzione di ormoni sessuali, blocca lo sviluppo puberale.
L’invecchiamento biologico accelerato può contribuire allo sviluppo di tumori ad esordio precoce (in particolare a polmone, stomaco, intestino e utero), diagnosticati negli adulti con età inferiore ai 55 anni. È la conclusione di uno studio condotto dai ricercatori della Washington University St. Louis e presentato nei giorni scorsi a San Diego nel corso del meeting annuale dell’American Association for Cancer Research (AACR). La ricerca è stata condotta su circa 150mila persone presenti nella Biobank del Regno Unito attraverso l’analisi di 9 marcatori nel sangue e dimostrerebbe come, a prescindere dalla data di nascita, l’insorgenza di tumori in età precoce sarebbe collegata alla genetica ma anche a stress e scorretti stili di vita.
Il 42% dei cittadini giudica insufficiente la qualità della comunicazione esterna degli ospedali e delle aziende sanitarie del nostro Paese. È quanto emerge da un’indagine condotta tra 166 cittadini italiani, che rientra nel progetto ‘Comunicazione interna ed esterna nelle aziende sanitarie: dall’ufficio stampa alla comunicazione digitale’, promosso dal commissario straordinario dell’azienda sanitaria locale Roma 1, Giuseppe Quintavalle, in collaborazione con la professoressa Rossana Berardi, tesoriere nazionale AIOM, e con Mauro Boldrini, direttore della comunicazione di AIOM. A breve, intanto, saranno pubblicate delle raccomandazioni nazionali specifiche per le aziende sanitarie scritte da un team di medici e giornalisti.
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