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Festivalfilosofia, il destino della parola nel linguaggio social e politico

Un programma ricchissimo quello del Festivalfilosofia di quest'anno che si terrà dal 15 al 17 settembre a Modena, Carpi, Sassuolo

Pubblicato:14-07-2023 16:04
Ultimo aggiornamento:14-07-2023 16:04
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festivalfilosofia 2023
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ROMA – Parole di verità, discorsi di odio, rischio di restringimento delle parole in nome dell’inclusività o dei diktat degli algoritmi, e poi quelle che mancano per esprimere ciò che davvero sentiamo nel profondo per un dolore, per un sentimento. Un programma ricchissimo, che quasi esonda, sulla questione fondativa per eccellenza: il logos (pensiero e parola), quello del Festivalfilosofia di quest’anno che si terrà dal 15 al 17 settembre a Modena, Carpi, Sassuolo.

La conferenza stampa di questa mattina al Consorzio del Festival a Modena, in Largo Porta Sant’Agostino, ne ha dato un primo assaggio annunciando quasi 200 appuntamenti gratuiti in tre giorni; oltre 50 lezioni magistrali, mostre, spettacoli, iniziative per bambini e cene filosofiche.
“Non vi aspettate una versione ricostruttiva, ma partiremo dai nostri tempi. Analizzeremo- ha spiegato Michelina Borsari, del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia- il rapporto che la parola ha con l’essere e con il reale, la natura performativa del linguaggio, il carattere suasorio e retorico del discorso e la sua valenza politica che mina la distinzione tra vero e falso. E ancora la violenza social, la pervasività del linguaggio politico che avvolge l’uomo nelle sue spire”. Non sfugge come “il fenomeno della polarizzazione sia un rischio per la democrazia, toglie terreno ad ascolto e confronto, e nei social media il privato cittadino usa parole pubbliche laddove prima invece passava per la mediazione dei media”.

Un tema questo su cui alla Dire, in conferenza stampa, ha risposto il direttore del Festival Daniele Francesconi che ha rassicurato: “Lavoreremo molto sugli effetti della disintermediazione – con la lezione di Claudia Bianchi o Cecilia Robustelli- e rifletteremo sulle parole bannate e la questione classica dei linguaggi naturali e formali e la codificazione tecnologica” con quel corollario di regole SEO e di fruibilità web che contaminano molto il lavoro del giornalista. Una figura indubbiamente protagonista di questa prossima kermesse di riflessione.


Le parole vengono usate in modo sbagliato– ha detto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli che ha aperto la conferenza con il commovente ricordo della moglie di recente scomparsa- le usiamo come muri, non riusciamo a trovare il senso positivo delle parole e quando lo scorso anno lo abbiamo annunciato ci abbiamo preso ancora una volta”. Basta vedere “le guerre, le armi, in un mondo impazzito e chi sta provando a usare le parole come il cardinal Zuppi o il Pontefice e che ad oggi non hanno grandi risultati. Le parole delle verità vengono nascoste, il Festival resterà sempre un’ oasi di libertà”, ha assicurato.

Il filosofo Massimo Cacciari, membro del Comitato scientifico del Festival, ha tenuto a sottolineare, partendo proprio dalla forte commozione con cui il sindaco di Modena ha ricordato sua moglie: “La migliore introduzione l’hai fatta tu sindaco. Il logos è limitato. La parola ci manca e tu l’hai mostrato. Manca su tutto ciò che conta. Manca quando dobbiamo dire ciò che patiamo. La parola è tutta limitata, non ci darà mai immagine vera di cio che sentiamo. E i linguaggi d’odio nascono perchè spariscono le parole”.

Una panoramica del programma l’ha data la filosofa Barbara Carnevali, anche lei nel Comitato, che ha ricordato “la funzione politica della parola dai greci ad Habermas e Arendt e oggi con il politicamente corretto”. E poi una riflessione su cui il Festival abituerà ad allenarsi: “Fare le cose con le parole”. Con la formula matrimoniale viene indetta un’istituzione, ad esempio, con le parole ci si perdona. “Proveremo a passare dall’inquinamento all’ecologia della parola“, ha spiegato la filosofa.

Hanno partecipato anche Davide Dalle Ave, assessore alla cultura di Carpi; Gian Francesco Menani, sindaco di Sassuolo; Matteo Tiezzi, Presidente Fondazione di Modena; Mario Arturo Ascari, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi; Giuliano Albarani, Presidente della Fondazione Collegio San Carlo di Modena e tra le aziende da sempre sponsor del Festival il gruppo Hera con il vicepresidente Gabriele Giacobazzi.

Infine una provocazione: che dal Festival possa uscire un documento politico ogni anno da inviare al Parlamento? “Facciamo già con questo appuntamento la scelta di prendere posizioni su questioni cruciali”, ha risposto il direttore Francesconi alla Dire. Ma l’idea, si legge tra le righe, sarebbe bella.

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