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ROMA – Londra ieri ha salutato l’uscita di David Cameron, dimessosi subito dopo la conferma della vittoria della Brexit al referendum del 23 giugno, e ha accolto il nuovo Premier conservatore Theresa May.
Uno dei principali quotidiani del continente, ‘Jeune Afrique’, si interroga sulle possibili conseguenze di questo avvicendamento per i Paesi africani. La prima preoccupazione riguarda il tema dei migranti. Il crescente flusso di rifugiati da Africa e Medio oriente alla volta dei paesi Schengen e’ stato uno dei cavalli di battaglia dei sostenitori della Brexit, pertanto l’uscita di Londra dall’Unione Europea fa presagire una svolta nelle sue politiche migratorie. Jeune Afrique quindi ricorda quanto detto da May ad ottobre, durante un meeting dei Tory: ossia, i migranti gravano sulle spalle dei contribuenti e non sono di alcun aiuto all’economica nazionale. Ha inoltre reso piu’ complesse le procedure per ottenere il diritto di asilo. Al contempo, ha anche sbloccato 200 milioni di euro in aiuti per i paesi da cui si registra un afflusso in aumento: Etiopia, Uganda, Kenya, Sudan, Somalia, e ad altri colpiti dalle conseguenze del Nino: ” vogliamo collaborare- disse in quell’occasione- con quei Paesi africani per fare in modo che le popolazioni non sentano piu’ il bisogno di mettersi in viaggio verso l’Europa”.
Anche il commercio – tradizionalmente sviluppato tra Regno Unito e continente africano – costituisce un punto nodale. Il quotidiano osserva che la nuova Primo ministro sta gia’ lavorando “in stretta collaborazione con James Duddridge, membro del governo incaricato delle relazioni con l’Africa, per redigere decine di nuovi accordi tra Londra e i singoli Paesi e le diverse Comunita’ economiche regionali”. Poi cita le dichiarazioni di Duddridge che, secondo ‘Radio France internationale’ (Rfi), avrebbe detto: “a prescindere che il Regno Unito resti o meno nell’Ue, e’ chiamato a giocare un ruolo piu’ attivo in Africa in ambito militare e della sicurezza”.
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