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Ad Ancona giovane mamma operata al cervello da sveglia (‘awake’), il neonato con lei

Il piccolo di 2 mesi è stato con la madre durante la fase pre operatoria e dopo l'intervento. A dirigere l'équipe medica il dottor Trignani

Pubblicato:13-06-2023 19:44
Ultimo aggiornamento:13-06-2023 19:48
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ANCONA – All’ospedale di Ancona oggi è stato asportato un glioma in sede frontale ad una neo mamma che ha avuto accanto il suo piccolo di due mesi, sia durante la fase pre-operatoria, che una volta terminato l’intervento che si è svolto con la paziente sveglia (tecnica ‘awake’).

“ABBIAMO VOLUTO RICREARE IN SALA L’AMBIENTE PIU’ NATURALE POSSIBILE”

La giovane donna durante la gestazione aveva avuto una crisi epilettica che aveva poi portato alla diagnosi di un tumore cerebrale. “Avevamo pensato di consentire alla mamma di allattare durante l’intervento per creare in sala operatoria l’ambiente più naturale possibile, senza interferenze tra la mamma e il suo bimbo- spiega il responsabile della Struttura organizzativa semplice dipartimentale di Neurochirurgia dell’azienda ospedaliera-universitaria delle Marche Roberto Trignani- Ma poi è stata la stessa mamma che ci ha chiesto di averlo accanto nella fase pre-operatoria e durante la degenza così da potersi concentrare su sé stessa durante l’intervento che si è concluso positivamente”.

IL BIMBO DI DUE MESI POTRA’ PROSEGUIRE L’ALLATTAMENTO

Insieme al dottor Trignani in sala operatoria un’équipe multidisciplinare composta dai neurochirurghi Stefano Vecchioni e Michele Luzi, il neuroanestesista Edoardo Barboni e la neuropsicologa Silvia Bonifazi. L’obiettivo della tecnica ‘awake’ è quello di ottimizzare la preservazione delle aree funzionali cerebrali e di evitare il carico di farmaci anestesiologici dovuti ad una anestesia generale, che impedirebbe di proseguire con l’allattamento. “Ad un’analisi delle procedure neurochirurgiche in awake realizzate in questi anni presso la nostra struttura si apprezza un’implemetazione crescente di tecniche e tecnologie evolute intraoperatorie- conclude Trignani- ma anche un progressivo empowerment del paziente nel percorso di cura”.


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