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Pnrr, il bando sui borghi affascina Arvier. Ma il timing del governo è determinante

Il progetto “Arvier Agile”, proposto dal Comune valdostano di Arvier, punta alla valorizzazione del borgo di Leverogne

Pubblicato:13-05-2023 15:34
Ultimo aggiornamento:13-05-2023 15:39
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arvier_valle d'aosta
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AOSTA – Una pioggia da 20 milioni di euro che, senza delle opportune misure assunte a livello centrale dal governo italiano, rischia di trasformarsi in un vero e proprio buco nell’acqua. La preoccupazione, condivisa con gli altri venti Comuni italiani vincitori dei 20 milioni del bando per la riqualificazione dei piccoli borghi finanziato con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, riguarda il progetto “Arvier Agile”, proposto dal Comune valdostano di Arvier, che punta alla valorizzazione del borgo di Leverogne. “Il bando borghi è un bando criticato fin dall’inizio da tutte le Regioni- spiega l’assessore al Pnrr della Regione Valle d’Aosta, Luciano Caveri-. Io ho partecipato ad alcune call con le altre Regioni e fin da subito si è detto che far precipitare su un piccolo borgo 20 milioni, su una struttura amministrativa flebile come quella Di un piccolo Comune, sapevamo che avrebbe creato dei problemi. Noi in questo momento stiamo supportando Arvier, non bisogna nascondere il fatto che ci siano delle criticità. Stiamo interloquendo anche il ministro Fitto, che è responsabile sia dei fondi comunitari che del Pnrr, per vedere che cosa si può fare in generale, non solo per noi, per questa questione di evitare che questo bando dei borghi possa risultare quasi fallimentare alla fine. L’idea chiave del riordino del borgo di Leverogne, con la sua valorizzazione e la valorizzazione del castello del paese, è un argomento interessante, ci stiamo lavorando anche se le responsabilità del progetto non sono esplicitamente regionali; per questo c’è un continuo via vai di comunicazioni con il sindaco del paese”.

Se da un lato i denari messi a disposizione dal Piano rappresentano un’occasione più unica che rara, dall’altro l’attuazione dei circa 400 progetti finanziati, per la Valle d’Aosta, assomiglia di più ad una corsa ad ostacoli. A pesare sulla loro progettazione e realizzazione sono la mancanza di personale, i controlli serrati della Corte dei conti e i tanti adempimenti burocratici da portare a termine. Per questo l’amministrazione regionale ha adottato una serie di misure specifiche a supporto dei soggetti attuatori dei vari interventi, che spaziano dalla Regione ai Comuni, dalle scuole all’università, fino ai privati.
“Noi abbiamo una task force e una cabina di regia che si riuniscono regolarmente e un supporto Inva e Finaosta per l’assistenza tecnica- spiega Caveri-. Loro, a loro volta, useranno personale interno e la consulenza di grandi aziende esterne che si occupano di questo. Abbiamo lanciato un concorso con più di venti posti tra D e C a tempo determinato, ma con un meccanismo premiale che consentirà un passaggio più agevole a tempo indeterminato. È un periodo nel quale i concorsi pubblici non vanno granché, quindi incrociamo le dita nella speranza di poter avere questa struttura che è sicuramente indispensabile per poter ottenere i risultati”.

Anche la scadenza del 2026, termine ultimo per ultimare tutti i progetti, preoccupa. Allo stato attuale, il loro avanzamento varia a seconda degli interventi. “Ci sono chiari e scuri- spiega l’assessore-: alcuni sono più avanti del dovuto, altri che arrancano un po’ e a cui cerchiamo di dare una mano e c’è già chi, come il Comune di Aosta, ha rinunciato a due progetti in campo sportivo perché hanno analizzato e verificato il fatto di non farcela. Ci sono dei problemi di controlli che stiamo cercando di affrontare, ad esempio sull’efficientamento energetico che è importante perché tutti i Comuni della Valle hanno finanziamenti piccoli o grandi, il più grande riguarda i 10 milioni su Aosta. Quindi sono gioie e dolori. Le gioie ci fanno contenti i dolori devono essere affrontati cercando di velocizzare per evitare di incorrere nella tagliola del 2026, perché allo stato attuale, malgrado ci sia stata una forte interlocuzione con le autorità centrali, resta purtroppo questo muro del giugno 2026, per qualcuno è anche il marzo del 2026, per cui auguriamoci di arrivare al traguardo vincitori”.


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