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Il buongiorno si vede dalla lite del mattino: Renzi e Calenda agli stracci

Non ha ancora cantato il gallo quando Carlo Calenda, letti i giornali, twitta all'indirizzo di Matteo Renzi

Pubblicato:13-04-2023 09:40
Ultimo aggiornamento:13-04-2023 19:11

terzo polo
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ROMA – Nessun accordo, anzi nuova lite mattutina. Dopo il vertice di tre ore nella serata di ieri, il Terzo Polo ricomincia dagli stracci. Non ha ancora cantato il gallo quando Carlo Calenda, letti i giornali, twitta all’indirizzo di Matteo Renzi. La Stampa pubblica un virgolettato attribuito al leader di Italia Viva e diretto a quello di Azione. “Calenda è pazzo, ha sbagliato il dosaggio delle pilloline“, avrebbe detto Renzi ai suoi.

Calenda chiede conto di queste parole che tradiscono, spiega in un cinguettio, un “nervosismo esagerato”. Per il leader di Azione è chiaro quello che è avvenuto ieri sera: “Hai provato a darci una fregatura e sei stato rispedito al mittente. Questa volta lo stai sereno non ha funzionato. Fine“.
La replica arriva attraverso l’ufficio stampa di Italia Viva, che smentisce le frasi riportate dalla Stampa e rilancia la proposta di un accordo: “Qui c’e’ il testo pronto: vuoi firmare o preferisci di no? Nessuna fregatura guarda il documento“, scrivono su twitter pubblicando il testo dell’accordo proposto da Azione e corretto da Italia viva.

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Per la cronaca, i due partiti dissentono in particolare su due punti. Il primo dei quali riguarda il finanziamento del Partito unico: Calenda chiede che ciascuno dei due soggetti debba corrispondere il 70 per cento delle risorse ricevute con il 2 per mille oltre a una dote iniziale di 200mila euro per finanziare il congresso. Renzi vorrebbe cedere solo il 50 per cento del 2 per mille. Per Calenda si tratta della prova che Renzi non è convinto sulla strada del Partito unico.

Una divergenza piu’ di sostanza riguarda poi il ruolo del Comitato fondatore a cui Calenda vorrebbe demandare la scrittura del regolamento congressuale e quindi anche il grado di apertura o chiusura del congresso. Sulla parte dell’accordo Renzi ha fatto scrivere: “Cassare tutto”.
Infine c’e’ la questione della Leopolda. Calenda avrebbe chiesto che Renzi si impegni a non tenerla piu’. Sul punto interviene il senatore con un lungo tweet: “Non ha senso dire che la Leopolda non puo’ più essere fatta. La facciamo dal 2010, non vedo perche’ dovremmo smettere di farla oggi in un momento in cui la politica va difesa da sovranismi e populismi”.

Renzi rilancia nei confronti di Calenda, al quale chiede di accettare le modifiche al testo dell’accordo: “I vecchi partiti si sciolgono con l’elezione del segretario del partito Unico. Se Calenda ci sta, noi firmiamo. Se ha cambiato idea, lo rispettiamo e ne prendiamo atto. Basta polemiche, rimettiamoci al lavoro tutti insieme. Noi ci siamo. La gente ci chiede di tornare a sognare, non di volare rasoterra”.
La lunga lite lascia probabilmente uno strascico reputazionale: è credibile un partito nato tra tante polemiche e divisioni?

ITALIA VIVA: “STOP DECISO UNILATERLAMENTE DA CALENDA”

“Interrompere il percorso verso il partito unico è una scelta unilaterale di Carlo Calenda. Pensiamo che sia un clamoroso autogol ma rispettiamo le decisioni di Azione”. Così in una nota l’ufficio stampa di Italia Viva.
“Gli argomenti utilizzati appaiono alibi. Italia Viva è pronta a sciogliersi come Azione il 30 ottobre, dopo un congresso libero e democratico. Sulle risorse Italia Viva ha trasferito fino ad oggi quasi un milione e mezzo di euro al team pubblicitario di Carlo Calenda ed è pronta a concorrere per la metà delle spese necessarie alla fase congressuale e a trasferire le risorse dal momento della nascita del partito unico. Leopolda, Riformista, retroscena, veline, presunti conflitti di interesse sono solo tentativi di alimentare una polemica cui non daremo seguito. La costruzione di una proposta alternativa a populisti e sovranisti è da oggi più difficile ma più urgente. Nei prossimi mesi noi rispetteremo gli amici di Azione cercando ogni forma di collaborazione senza rispondere alle polemiche di alcuni dei loro dirigenti”, conclude la nota.

AZIONE: “STOP PARTITO UNICO DA IV, DA RENZI INSULTI A CALENDA”

“Lo stop deriva dalla scelta di Italia Viva di non votare un documento ieri che avevano dichiarato essere già letto e condiviso. Dietro tutto questo c’è solo un fatto: Renzi tornato alla guida di Italia Viva da pochi mesi non ha alcuna intenzione di liquidarla in un nuovo partito. Scelta legittima ma contrastante con le promesse fatte agli elettori. Dopo mesi di tira e molla ne abbiamo semplicemente preso atto. In un clima volutamente avvelenato da insulti personali da parte di Renzi e di quasi tutti gli esponenti di Italia Viva a Carlo Calenda”. Lo riporta una nota di Azione.

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