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Meloni smentisce i “condoni immaginari”: “Non abbiamo amici a cui fare favori”

La Presidente del Consiglio: "Non dirò mai che le tasse sono una cosa bellissima. Lo Stato deve essere un buon padre di famiglia"

Pubblicato:13-03-2024 11:12
Ultimo aggiornamento:14-03-2024 10:21

giorgia meloni imago
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ROMA – “Ci hanno accusato di voler aiutare evasori, di fare condoni immaginari, di voler allentare le maglie del fisco. A smentire queste accuse sono i numeri”. Giorgia Meloni ribatte, non ci sta, e invoca i numeri. Le accuse di aver slabbrato la rete della lotta all’evasione tocca il presidente del Consiglio, che dà la sua versione dei dati intervenendo al convegno ‘La riforma fiscale, attuazione e prospettive’. Con una premessa filosofica non da poco: “Non penso e non dirò mai che le tasse siano una cosa bellissima, sono una cosa bellissima le libere donazioni, non i prelievi imposti per legge”

Il 2023 è stato anno record nella lotta all’evasione: sono stati recuperati 24,7 miliardi, 4,5 in più rispetto all’anno precedente. Con altri 6,7 sono frutto dell’attività di recupero dell’Agenzia delle Entrate per altri enti si arriva alla cifra record di 31 miliardi di euro. Questo grazie al lavoro della Gdf e dell’Agenzia delle Entrate ma anche grazie a norme che abbiamo introdotto, come quelle contro il fenomeno odioso delle attività ‘apri e chiudi’”.

Non abbiamo amici a cui fare favori, non aiutiamo i furbi – ha detto ancora – Ma solo gli italiani onesti che pagano le tasse. E anche gli italiani onesti che si trovano in difficoltà meritano di essere aiutati e messi in condizione di pagare ciò che devono”.


LO STATO “BUON PADRE DI FAMIGLIA”

Lo Stato “deve chiedere il giusto, deve essere come un buon padre di famiglia. Non penso che le tasse siano una cosa bellissima, le risorse che arrivano dai prelievi non possono essere utilizzate in modo irresponsabile per garantire facile consenso”, ha aggiunto il premier. “Abbiamo voluto una riforma organica, niente spot”.

“Il fisco viene visto ora come un alleato nella crescita e nello sviluppo. La riforma fiscale è solo l’inizio di un percorso, lavoreremo per avere un fisco sempre più giusto. Vogliamo un fisco più equo, giusto e comprensibile. Abbiamo davanti un orizzonte di legislatura”. Sul fisco, ha concluso il premier, gravavano sanzioni “vessatorie e inutili”.

“Viviamo un momento storico complesso, soprattutto a livello internazionale. Dobbiamo affrontare questioni a livello strutturale. Il fisco è una delle prime materie che abbiamo voluto affrontare con una riforma attesa da 50 anni. L’obiettivo è quello di disegnare una una nuova idea di Italia, vicina alle esigenze dei contribuenti, e più attrattiva per le aziende e gli investimenti. La riforma fiscale non è un semplice atto normativo, è uno dei perni su cui ruota il tessuto economico della nazione”.

Uno Stato giusto e comprensivo, è uno Stato che non viene più percepito come un avversario, come un nemico, e di conseguenza non merita di essere raggirato. Questa è la scommessa culturale che abbiamo fatto e i dati ci dicono che funziona”. “Abbiamo messo in consultazione le bozze” dei testi unici in materia fiscale. “Accoglieremo gli spunti della politica e degli addetti ai lavori per varare una riforma in cui la certezza del diritto sia la cifra fondamentale. Ma lasciatemi dire che sono molto fiera chi sia questo il governo che sta allineando l’Italia ai principali standard europei e consegnare ai cittadini un fisco più equo e responsabile”.


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