NEWS:

Altavilla Milicia, l’esperta: “Nessun allarme sette, è femminicidio e infanticidio”

La psicologa delle religioni Di Marzio: "Vera indagine da fare è sull'omertà intorno alla violenza domestica"

Pubblicato:13-02-2024 16:26
Ultimo aggiornamento:13-02-2024 16:30
Autore:

strage di altavilla
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Siamo di fronte a un caso gravissimo di femminicidio e infanticidio. Questa è la notizia con la quale il diavolo e la religione non hanno nulla a che fare. Sottolineare che questa coppia era molto religiosa e metterlo in relazione con questa strage crea nel pubblico l’idea che questa forma religiosa (la famiglia ha frequentato la Chiesa evangelica pentecostale) sia pericolosa. Sono le persone ad essere pericolose: quest’uomo aveva problematiche psichiche anche gravi. Spostare la questione sull’allarme sette che è inesistente vuol dire ammazzare un’altra volta questa donna e questi bambini. Dovremmo chiederci come possibile che questo sia avvenuto e perché le persone che oggi alle telecamere raccontano che la donna veniva picchiata e la sentivano urlare non siano intervenute“. E’ severa la condanna del dibattito mediatico sul massacro di Altavilla Milicia di Raffaella Di Marzio, psicologa delle religioni e direttrice del Centro Studi Lirec.

Giovanni Barreca, che ha ucciso la moglie e due figli, uno di 16 e uno di 5 anni, mentre la figlia 17enne è stata risparmiata, da tempo, come si legge dalle prime ricostruzioni, avrebbe iniziato a parlare di Dio e di presenze demoniache. A quanto risulta la famiglia “aveva frequentato la chiesa evangelica pentecostale del paese, ma l’avevano lasciata e avevano cominciato a pregare in casa”. Forse proprio in questo ritiro, senza una guida, secondo l’esperta, avrebbero iniziato a chiudersi e isolarsi sempre di più. Aver accostato la Chiesa evangelica a questa strage è quello che Di Marzio definisce “un delirio mediatico, è stato il sindaco della città a definire le persone che seguono quella chiesa ‘persone che vivono con sobrietà e senza eccessi il loro culto'”.

Ma anche parlare di sette sataniche non sta in piedi. “Ci piace addebitare tutto alla setta, perché la setta- spiega la direttrice del Lirec- ci toglie la colpa di dosso. La setta plagia ed ecco venir fuori i due amici che lo avrebbero influenzato e il pastore di Bari che però ha detto di non conoscerlo”. Peraltro nelle sette sataniche il diavolo viene ‘ricercato’, qui l’uomo nel suo delirio avrebbe voluto eliminarlo: “Un meccanismo opposto a quello della setta satanica”. Di Marzio parla di “un’ossessione criminale che ha trovato un volto, quello del diavolo che deve essere cacciato e con questa ha compiuto un massacro”. A due giorni dal fatto Di Marzio denuncia questo dibattito mediatico tutto “spostato amplificando un allarme sette che non ha nulla a che vedere con quanto accaduto che è violenza domestica”. “I media dovrebbero chiedersi come è possibile che tutto questo sia accaduto: indagare a partire dai vicini, dalle istituzioni, dai servizi sociali. Solo adesso tutti sanno e ne sta nascendo quasi uno spettacolo personale- ha concluso Di Marzio- questa è la vera inchiesta da fare, non le sette”.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it