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Minoli cittadino onorario di Napoli per Un posto al sole: “Una soap intramontabile perché sa raccontare l’attualità”

Cinquant’anni di televisione per il giornalista, ma oggi cosa manca? Per Minoli "una bella televisione educativa, ma non siamo su questa strada"

Pubblicato:12-04-2024 08:08
Ultimo aggiornamento:12-04-2024 08:32

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ROMA – Ha scritto pagine di storia della televisione italiana con ‘Mixer’, ‘La Storia Siamo Noi’ (solo per citarne alcuni). Le sue interviste non sono mai state un ‘botta e risposta’, ma un ‘viaggio’ (bellissimo e ‘feroce’) nella Storia italiana tra immagini di archivio, testimonianze dei protagonisti e ricostruzioni accurate dei fatti. Giovanni Minoli: un nome, un patrimonio della Rai e di tutti noi. Sul suo curriculum c’è anche un’altra intuizione geniale. Il 21 ottobre del 1996 ha fatto il suo ingresso su Rai 3 ‘Un posto al sole’, la soap opera italiana più longeva della tv “ideata per salvare il Centro di Produzione della Rai, con il trasferimento da lì al poco del ‘grande calcio’ e del ‘grande cinema’ sulla pay tv”, ha raccontato Minoli all’agenzia Dire.

A 28 anni dal debutto, il giornalista, conduttore e autore televisivo ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Napoli, conferita dalle mani del sindaco Gaetano Manfredi. “Per un torinese come me è un sogno conquistare Napoli, non c’è obiettivo più grande”, ha detto. Il segreto del successo di ‘Un posto al sole’  “è quello di saper raccontare la realtà, di essere aderente alla realtà e seguire lo sviluppo della società italiana con concretezza e chiarezza, per questo è una serie intramontabile” ha raccontato il giornalista. “Amo perdutamente tutti i personaggi della soap perché li ho scelti“, ha aggiunto. Alla domanda ‘cosa vorrebbe vedere nella tv di oggi’, Minoli vorrebbe “una bella televisione educativa perché è lo strumento più pazzesco che abbiamo che l’uomo ha inventato per elevare l’uomo che lavora. E lo fa per guadagnare e mantenere la famiglia. Per questo deve avere uno strumento che lo aiuti a supportare nell’arricchimento di contenuti in famiglia. Non sono sicuro che siamo su questa strada“.


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