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Intitolato a Eduardo Ferri il Centro Salute Mentale di Pomezia

Direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze patologiche della Asl Roma 6, scomparso a gennaio dopo aver contratto il Covid

Pubblicato:12-04-2021 13:28
Ultimo aggiornamento:12-04-2021 17:31

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POMEZIA – Il centro di salute mentale di Pomezia è stato intitolato a Eduardo Ferri, direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze patologiche della Asl Roma 6, scomparso a gennaio dopo aver contratto il covid. “Eduardo era un grande medico, un grande professionista, un grande psichiatra– ha dichiarato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, che ha presenziato alla cerimonia- e questa strada in salita che stiamo percorrendo da più di un anno lui ci ha insegnato a percorrerla con testardaggine, tipica della gente dell’Irpinia che conosco bene visto che anche i miei nonni e i miei genitori sono nati in quelle zone. Eduardo ci lascia un grande insegnamento che noi dobbiamo portare avanti per superare, fra le altre cose, lo stigma che accompagna ancora i pazienti psichiatrici. Questa pandemia si lascia alle spalle molti lutti, ma anche tante difficoltà sulla salute mentale; per cui dovremmo lavorare molto per stare vicini alle famiglie, ma soprattutto agli adolescenti che pagheranno un tributo enorme a questa pandemia perché questi anni persi sono difficili da recuperare”.

Un pericolo che ha voluto sottolineare anche il direttore generale dell’Asl Roma 6, Narciso Mostarda: “Tutta l’attività di contenimento e di contrasto alla circolazione del virus- ha sottolineato- sostanzialmente è stata quella di restringere, chiudere, isolare e racchiudere le persone in una sorta di bolla.
Una bolla che ci protegge dal contagio”, ma “l’effetto collaterale a questo isolamento protratto è una grandissima sofferenza degli affetti, una sofferenza che dilaga soprattutto fra gli adolescenti: dovremmo fare un grande investimento sulla dimensione di tutela della loro salute mentale”.
Il centro di salute mentale opera dal 1993, “quello diurno dal 1994- sottolinea Gianuario Buono, responsabile dell’Uso centro diurno riabilitativo- però allora era situato al centro di Pomezia, ed è grazie anche all’azione del dottor Ferri se oggi siamo qui in questa struttura moderna. Il centro serve un’utenza che è quella dei comuni di Ardea e Pomezia, quindi parliamo di un bacino di utenza che sfiora i 120mila abitanti. Noi abbiamo migliaia di accessi ogni anno per il servizio ambulatoriale. Il centro diurno riabilitativo serviva, in era pre-Covid, circa un centinaio di pazienti che ruotano intorno alle diverse attività che vengono organizzate sia all’interno che all’esterno della struttura. Una delle attività a cui il dottor Ferri aveva dedicato molto del suo tempo e delle sue energie era ‘Il masso’, una fattoria gestita dall’associazione dei familiari dei pazienti, che diventerà una fattoria didattica per i bambini, ma anche un centro di ippoterapia e onoterapia”.


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