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La strage di Altavilla Milicia, Bruzzone: “Barreca era in pugno a Fina e Carandente”

Parla la criminologa che fa parte del team difensivo dell'operaio palermitano

Pubblicato:12-03-2024 13:25
Ultimo aggiornamento:12-03-2024 13:57
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PALERMO – “Se Giovanni Barreca e sua moglie non avessero incontrato Sabrina Fina e Massimo Carandente non staremmo a parlare di questa tragedia. Barreca ha partecipato al contesto in maniera passiva, riceveva indicazioni che ha eseguito”. Lo dice la criminologa Roberta Bruzzone, che fa parte del team difensivo dell’operaio di Altavilla Milicia accusato di avere sterminato la propria famiglia in preda a un delirio mistico. Nella villetta in provincia di Palermo furono uccise la moglie di Barreca, Antonella Salamone, e i figli Emanuele e Kevin.

“PER BARRECA E LA FIGLIA UN RUOLO SUBALTERNO”

Secondo Bruzzone, intervistata dal ‘Giornale di Sicilia’, le indicazioni sarebbero arrivate dalla coppia di palermitani che al momento si trovano in carcere, così come Barreca. Bruzzone è convinta che Barreca e la figlia, anche lei indagata, abbiano avuto “un ruolo subalterno” nel triplice omicidio e che l’uomo sarebbe stato “completamente in pugno alla coppia”. La criminologa definisce Barreca “una persona lucidamente delirante” e non crede all’ipotesi di un coinvolgimento di altre persone nella strage: “Barreca ha un pensiero strutturato in maniera delirante, è convinto che la sua famiglia sia in paradiso e che ciò che è successo fosse l’unico modo per salvarla”. 


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