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Dieselgate, Fca reagisce: “Noi in regola”, Authority Usa: “Emissioni truccate”

Il gruppo replica: "Contrariati ma in regola, collaboreremo"

Pubblicato:12-01-2017 17:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:47

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ROMA – Un software che alterava i dati relativi alle emissioni inquinanti piazzato su 104mila veicoli a motore diesel venduti negli Stati Uniti: il colpevole stavolta sarebbe la Fiat Chrysler automobiles (Fca), e l’accusa arriva dalla Environmental protection agency (Epa), l’agenzia ambientale Usa già protagonista della scoperta dello scandalo che ha colpito VolksWagen. Fca avrebbe così violato il Clean air act “installando e non denunciando un software di gestione del motore” in modelli del catalogo 2014, 2015 e 2016.

L’Epa ha emesso una ‘notice of violation’ in relazione ad alcuni veicoli leggeri nel catalogo Fca, modelli Jeep Grand Cherokees e Dodge Ram 1500 con motori diesel da 3mila di cilindrata e venduti negli Stati uniti. Il software illegale avrebbe avuto come effetto quello di nascondere “maggiori emissioni di ossidi d’azoto (NOx)” di 104mila veicoli. Epa sta lavorando al caso insieme al California air resources board (Carb), che per parte sua ha emesso anch’esso una ‘notice of violation’.


Non rivelare un software che riguarda le emissioni del motore di un veicolo è una grave violazione della legge, che può avere come esito un pericoloso inquinamento dell’aria che respiriamo”, dice Cynthia Giles, dell’ufficio per il controllo dell’applicazione delle misure di Epa, “continuiamo a indagare sulla natura e l’impatto di questi dispositivi. Tutte le case automobilistiche devono giocare con le stesse regole, e noi continueremo a ritenere responsabile le aziende responsabili che ottengono un vantaggio competitivo sleale e illegale”.

Il Clean air act impone che i produttori di auto dimostrino all’Epa attraverso un processo di certificazione che i loro prodotti rispondano agli standard imposti per tenere sotto controllo l’inquinamento atmosferico. Come parte del processo di certificazione ai produttori è stato richiesto di scelare “ogni software, noto come dispositivo ausiliare di controllo delle emissioni, che possa alterare il modo in cui un veicolo emetto inquinamento atmosferico”. Fca, è l’accusa Epa, non avrebbe ottemperato all’obbligo, rischiando quindi, ora, penali e ingiunzioni.


FCA REPLICA A EPA: CONTRARIATI, IN REGOLA E COLLABOREREMO

Fca Usa in una nota si dice “contrariata dal fatto che l’Epa abbia scelto di emettere una ‘notice of violation’ in merito alla tecnologia di controllo delle emissioni impiegata nei motori diesel leggeri da 3.0 litri, modelli 2014-2016, della società”. Fca Usa, prosegue, “intende collaborare con l’amministrazione subentrante per presentare i propri argomenti e risolvere la questione in modo corretto ed equo, rassicurando l’Epa ed i clienti di Fca Usa sul fatto che i veicoli diesel della società rispettano tutte le normative applicabili”.

I motori diesel di Fca Usa “sono equipaggiati con hardware di controllo delle emissioni all’avanguardia, ivi incluso la tecnologia selective catalytic reduction (Scr)- spiega la nota Fca- Ogni costruttore automobilistico deve utilizzare varie strategie per controllare le emissioni al fine di realizzare un equilibrio tra le prescrizioni di Epa relative al controllo delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) e le prescrizioni relative alla durata, prestazioni, sicurezza e contenimento dei consumi”.

Fca Usa auspica “fortemente”, infine, “di poter avere quanto prima la possibilità di incontrare l’enforcement division dell’Epa e rappresentanti della nuova amministrazione, per dimostrare che le strategie di controllo di Fca sono giustificate e pertanto non costituiscono ‘defeat devices’ in base alla normativa applicabile e risolvere prontamente la questione”.

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