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Rimpatriato in Nigeria, ma è del Niger. ‘Lasciatecientrare’: “Aiutateci a ritrovare Momo”

Omar Mohammed, in Italia da otto anni, è scomparso il 30 novembre, data del rimpatrio. L'appello degli amici e di 'Lasciatecientrare'

Pubblicato:11-12-2019 14:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:44

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ROMA – “Sabato 30 novembre Omar Mohammed, cittadino del Niger di 24 anni, è stato rimpatriato in Nigeria. Le autorità italiane hanno deciso di procedere al rimpatrio dopo che il 28 novembre il console nigeriano l’ha riconosciuto come suo concittadino. Peccato che Omar sia nato in Niger, come dimostra la documentazione che siamo riusciti a reperire. Aiutateci a ritrovarlo”. A lanciare l’appello è la campagna Lasciatecientrare, impegnata per i diritti di migranti, rifugiati e richiedenti asilo.

La rete di attivisti sul proprio sito web fornisce elementi per ricostruire la storia di Omar Mohammed: “Il 22 ottobre Lasciatecientrare viene informata che Omar Mohammed è trattenuto presso il Centro di permanenza per il rimpatrio di Palazzo San Gervasio, Potenza. Sharon Lomanno, un’amica di Omar, ci contatta seriamente preoccupata. Omar è recluso nel Cpr dal 17 ottobre”.

Secondo il resoconto della Campagna, il ragazzo nigerino “ha una vulnerabilità psicologica caratterizzata da perdita di memoria e disturbi psicologi post trauma. L’accompagnamento coatto al Cpr è stato effettuato dalla questura di Catanzaro”.


Lasciatecientrare, sostenuta da un legale, invia quindi a più riprese “numerose segnalazioni al garante per i diritti delle persone private della libertà, all’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), alla questura di Potenza e alla direzione del centro” per fare presente “la sua condizione di persona vulnerabile e che Omar in precedenza era in possesso di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, mai rinnovato”.

Gli attivisti, tenendo conto del “precario stato di salute” del giovane, ritengono che “all’interno del Cpr avrebbe avuto tutto il diritto di reiterare la sua domanda d’asilo”. “Di sicuro – denunciano ancora – non è quello il luogo più idoneo al suo precario stato mentale”.

I responsabili della Campagna Lasciatecientrare sollevano un altro problema che si è verificato in quei giorni: “Viene fatto presente che il suo difensore, l’avvocato Sabina, ha dovuto fare richiesta di accesso agli atti per reperire la relazione psicologica effettuata dagli psicologi del Cpr e che non ha ricevuto quanto richiesto. Non avere copia di questa importante documentazione rende difficile la difesa di Omar poiché il legale non riesce a dimostrare con documentazione idonea la sua vulnerabilità”.

La rete fornisce altre informazioni sul giovane: “Omar è arrivato in Italia da minorenne, sbarcato a Lampedusa nel 2011. In agosto è stato accolto nel centro per minori stranieri non accompagnati a Torre di Ruggiero, in provincia di Catanzaro, gestito dalla cooperativa sociale Chirone, per poi essere trasferito a Settingiano in una struttura della stessa cooperativa per minori con difficoltà di inserimento sociale, specifica per chi ha vulnerabilità psichiche o problemi di adattamento generici. Le persone che l’hanno conosciuto confermano che si era sempre dichiarato nigerino, parlava hausa (la lingua locale, ndr) e francese”.

Tuttavia, avvertono gli attivisti, “a nulla sono valse queste comunicazioni e l’impegno di queste settimane per reperire la documentazione e portare la necessaria attenzione sul caso: il 30 novembre Omar è stato messo sul volo diretto per Lagos, in Nigeria, senza dargli nemmeno la possibilità di contattare i suoi amici. Da allora si sono perse le sue tracce”.

Quindi l’appello degli amici di Omar Mohammed rilanciato dalla Campagna: “Momo (questo il soprannome del giovane, ndr) ha vissuto otto anni in Calabria” circondato dall’amicizia di tante persone e animato “da una ricerca della vera vita. I segni delle torture che ha subito si potevano scorgere sul suo giovane corpo, tracce di bruciature dalla testa ai piedi. Omar merita un risarcimento del danno, merita di essere trattato come un essere umano”.

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