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Regionali Lombardia, Agnoletto pensa alle primarie: “Unità contro Moratti e Fontana per difendere la sanità pubblica”

La storica voce della sinistra No Global potrebbe candidarsi alle primarie del centrosinistra: "Adesso è il momento dei costruttori di ponti

Pubblicato:11-11-2022 19:37
Ultimo aggiornamento:11-11-2022 19:43

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MILANO – Una decisione definitiva ancora non c’è. Ma Vittorio Agnoletto, medico e storica voce della sinistra No Global, sta valutando seriamente di correre alle (eventuali) primarie del centrosinistra in vista delle prossime elezioni regionali in Lombardia. Perché, dice nel corso di un’intervista alla ‘Dire’, “per la prima volta in 27 anni la Lombardia è contendibile” e “se per i prossimi cinque anni dovessero governare ancora Fontana o Moratti, la sanità pubblica non esisterebbe più“. Ma la riserva non è ancora sciolta: “serve lavorare all’unità di tutte le forze che non si riconoscono in Fontana o Moratti. Adesso è il momento dei costruttori di ponti“.

AGNOLETTO ‘FACILITATORE’ TRA PD, M5S, SINISTRA E ASSOCIAZIONI: ‘SERVE UNITÀ’

Vittorio Agnoletto e l’associazione Medicina Democratica intendono lavorare come “facilitatori” per la costruzione di una coalizione che non unisca solo “Pd e M5s, ma tutta la sinistra politica e la sinistra ambientalista, con la partecipazione attiva delle associazioni”. Perché “se si faranno le primarie dovranno essere una grande festa di partecipazione. Se manca un pezzo si rischia di non vincere“.

Agnoletto sottolinea come, per battere la destra in Lombardia, ci sia “bisogno dell’aiuto e del contributo di chiunque”. Per questo “bisogna superare le valutazioni di piccolo cabotaggio che i partiti rischiano di fare, perché in discussione c’è il destino della salute di 10 milioni di persone”.


Il medico lombardo rivendica quindi il ruolo svolto dall’associazionismo per “la manifestazione del 20 giugno 2020 in piazza Duomo, la prima uscita pubblica dopo lockdown”. Una manifestazione “nata dal mondo associativo, che si è tirato dietro l’opposizione politica“, perché “nessuno ha la titolarità da solo”. Per questo, se primarie devono essere, per Agnoletto siano “a partecipazione più ampia”, in quanto “se manca un pezzo si rischia di non vincere. Adesso- aggiunge- è il tempo dei costruttori di ponti“.

AGNOLETTO: CON MORATTI O FONTANA, TRA 5 ANNI NON ESISTERA’ PIU’ LA SANITA’ PUBBLICA

“Per la prima volta dopo 27 anni la guida della regione Lombardia è contendibile”, prosegue Agnoletto, e “qualora per i prossimi 5 anni governassero ancora Fontana o la Moratti, che tra loro non hanno alcuna differenza nel merito delle scelte, la sanità pubblica in Lombardia non esisterebbe più“.

Le considerazioni che Agnoletto sta portando avanti insieme a diverse associazioni, tra cui Medicina Democratica che nei giorni scorsi ha lanciato un appello pubblico per una sua candidatura, sono “molto semplici e sotto gli occhi di tutti”: se la destra dovesse restare al governo della regione “tra 5 anni avremo la distruzione del servizio sanitario pubblico ed il trionfo del privato”. Una regione in cui “esisterebbe una medicina ad alta tecnologia per l’eccellenza”, ma “per 10 milioni di lombardi ci sarebbero solo liste d’attesa infinite e l’unica possibilità di curarsi nel privato”.

Per questo motivo, davanti alla candidatura di Moratti che “spacca il fronte della destra”, Agnoletto vorrebbe provare a creare “uno spazio dove tutti coloro che si riconoscono nei valori universali dei diritti possano mettersi insieme”.

AGNOLETTO: CHI PENSA A MORATTI NON È DI CENTROSINISTRA

Secondo la storica voce della sinistra “che dentro il centrosinistra ci sia qualcuno che abbia potuto prendere in considerazione un appoggio a Letizia Moratti io la trovo una cosa folle“. Secondo Agnoletto chi, nel centrosinistra, guarda con interesse a Moratti “ha sbagliato collocazione politica e deve andare da qualche altra parte”.

AGNOLETTO: MORATTI LAVORA PER PRIVATIZZARE SANITÀ LOMBARDA

Dai medici a gettoni alle case di comunità, dalle liste d’attesa alle dimissioni selvagge. “Il problema non è personale, ma Letizia Moratti durante la sua azione di assessore ha portato avanti i contenuti della privatizzazione della sanità“. Così Vittorio Agnoletto, medico e storica voce della sinistra No Global e possibile candidato per le primarie del centrosinistra, parlando con la ‘Dire’ spiega il suo no al sostegno della candidatura di Letizia Moratti alle prossime elezioni regionali in Lombardia.

Il primo punto che sottolinea Agnoletto è quello dei “medici a gettoni”. “Oggi- spiega l’esponente di Medicina Democratica’- abbiamo delle agenzie di intermediazione dove Ats e Asst chiamano per prenotare medici che vengono pagati tra gli 800 e i 1.000 euro per ogni blocco. In 5 giorni di lavoro, si guadagna di più del medico dipendente. Il risultato è che diversi medici del sistema sanitario nazionale stanno andando a lavorare nella sanità privata. La prima cosa che dovrebbe fare un assessore alla sanità dovrebbe essere bloccare questo fenomeno”.

Agnoletto attacca Moratti anche sulle case di comunità, perché “la Lombardia ha inserito nella legge la possibilità che case di comunità e ospedali di comunità, seppur pubblici, possano essere affidati in gestione ai privati“. Una situazione che, secondo Agnoletto, “è inaccettabile” perché “se un cittadino si presenta per avere un progetto sulla sua salute e lì incontra medico con la divisa del sistema sanitario nazionale ma che risponde a una struttura privata, evidentemente il medico avrà l’incentivo a indirizzare il paziente verso il privato”.

Agnoletto si scaglia contro Moratti anche per la gestione delle liste d’attesa perché “quando il governo, fuori dal Pnrr, ha stanziato fondi per abbattere le liste d’attesa”, Moratti “li ha divisi al 50% tra pubblico e privato”. Ma secondo il medico, che conduce un programma radiofonico sulla medicina lombarda su Radio Popolare, “nel privato non vengono fatti controlli” e la sua trasmissione “è sommersa da segnalazioni di gente a cui viene detto che, tramite il Sistema sanitario nazionale, è tutto pieno fino un anno” mentre “con il privato la visita può essere fatta anche dopodomani”.

Secondo Agnoletto, inoltre, “Moratti non si è mai occupata di dimissioni selvagge, cioè di quei reparti che dimettono una persona perché non è più necessario che sia ricoverata. Ma se questa persona non è ancora autosufficiente non scatta nulla. Non c’è rapporto tra ospedale e territorio, rete sociale o servizi domiciliari. Zero. Ci sono tante dimissioni senza piani di sostegno sociale”.

L’operato di Moratti, per Agnoletto, può quindi essere riassunto dalle parole che lei stessa ha pronunciato “pochi giorni dopo essere diventata assessore” quando chiese al governo Conte “che vaccini fossero ripartiti in base al pil delle regioni”. Parole poi ritrattate ma che, secondo Agnoletto, chiariscono il suo pensiero: “il messaggio è che chi produce di più o chi è più ricco ha la precedenza a curarsi“.

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