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Religioni e odio, Bartoli (Odg): “Preoccupati per rigurgiti antisemiti in Italia”

Convegno al Senato sui 'Discorsi d'odio', presentato il lavoro della Dire sulle minoranze religiose

Pubblicato:10-02-2024 14:52
Ultimo aggiornamento:10-02-2024 14:53
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hate speech religioni
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ROMA –  “Siamo preoccupati dei rigurgiti antisemiti nel nostro Paese”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Nazionale dei Giornalisti, Carlo Bartoli in occasione del convegno ‘Discorsi di odio’ come prevenire il fenomeno, promosso dal centro studi Lirec, che si e’ svolto giovedì pomeriggio alla Sala Capitolare del Senato e in cui la Dire ha presentato il suo lavoro sulle minoranze religiose. Il presidente Bartoli ha parlato di web, di “come il discorso pubblico in ambito politico contribuisca spesso ai discorsi di odio”, di “algoritmi opachi” e profitto dei click. Quindi di come “l’hate speech sia voluto, ma anche effetto collaterale delle piattaforme”.

“Il giornalismo deve esser fatto di rispetto alle persone. La nostra carta deontologica è molto chiara– ha aggiunto- e il contrasto dell’odio in rete si fa anche attraverso isole riconoscibili libere da hate speech”. Da qui la proposta lanciata al centro studi Lirec di “organizzare corsi formativi per giornalisti per avere la giusta attenzione per questi fenomeni”, anche quando “le emergenze della cronaca ci travolgono”, ha ricordato. Hanno partecipato al convegno tra gli altri, oltre a docenti ed esperti di diritto e filosofi, il Vicepresidente della Commissione straordinaria del Senato per il contrasto ai fenomeno di intolleranza e istigazione all’odio, Francesco Verducci.

DI MARZIO (LIREC): “SERVE FORMAZIONE PER I GIORNALISTI”

“E’ importante una formazione per evitare la stigmatizzazione e per non etichettare un gruppo o una minoranza religiosa e il presidente del Consiglio nazionale dei giornalisti ha dato un bel messaggio di collaborazione che speriamo si realizzi a breve”. Raffaella Di Marzio alla Dire ha commentato con queste parole la proposta avanzata dal presidente Carlo Bartoli di organizzare corsi di formazione per i giornalisti. Di Marzio attraverso le ricerche condotte dal centro studi Lirec ha ricordato che “in Italia gli italiani di movimenti non cattolici sono il 4,3%”. Nelle minoranze ha ricordato, tra gli altri, le seguenti fedi: Geova, Damanhir, i Pentecostali, l’Ebraismo progressivo, il movimento di Archeosofia, Scientology e addirittura i praticanti di yoga, spesso diventati oggetto di vere e proprie campagne d’odio e notizie false. All’estero ha ricordato le persecuzioni dei Testimoni di Geova in Russia e quanto subito dal gruppo musulmano considerato eretico degli Ahmadiya in Pakistan. O quello che accade in Cina ai seguaci della Chiesa di Dio Onnipotente, o alla deprogrammazione in Corea del Sud. Persone di fede additate con “accuse gravi senza fondamento”, ha concluso.  


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