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Abusi su una bimba di sette anni, fermato collaboratore scolastico

È successo a Palmi, in provincia di Reggio Calabria. Le indagini avviate grazie alla mamma dell'alunna

Pubblicato:10-01-2024 11:25
Ultimo aggiornamento:10-01-2024 11:25
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scuola pixabay
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REGGIO CALABRIA – Un collaboratore scolastico è stato fermato per abusi sessuali su una bambina di sette anni. Succede a Palmi, in provincia di Reggio Calabria.

La piccola si era recata in una stanza della scuola per fare una fotocopia. Lì l’uomo, un collaboratore scolastico di 60 anni, l’avrebbe baciata sulle guance e poi toccata nelle parti intime. La piccola si è confidata con la mamma, la quale si è rivolta subito alle autorità.

“Una bambina di sette anni può stimolare sessualmente solo una mente malata e, purtroppo, si ha contezza che anche su bimbi più piccoli si concentra l’attenzione morbosa dei pedofili. Questi soggetti devono essere curati, ma giacché l’abuso sull’infanzia è da considerarsi fra i più turpi crimini contro l’umanità, devono essere condannati senza condizionali di sorta“. Lo dichiara, in una nota, il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, commentando il fermo di un collaboratore scolastico, emesso dalla Procura della Repubblica di Palmi.


“Ferma restando la presunzione d’innocenza per l’indagato – continua il Garante – desta sconcerto che tutto possa essere avvenuto a scuola, laddove i bambini dovrebbero trovare protezione e non violenza. I più recenti dati ci informano che gli abusi sessuali sui minori a scuola sono aumentati nel solo primo semestre 2022 del 19%, da 1.838 casi nel gennaio-giugno 2021 a 2.196 nel gennaio-giugno 2022. Temo che i dati del 2023 non si discostino di molto”.

Per Marziale “è necessario che gli istituti scolastici innalzino il livello di guardia, che allo stato non è evidentemente bastevole. Programmino incontri con specialisti coinvolgendo tutto il personale scolastico e non sottovalutino eventuali ‘stranezze’ comportamentali di chicchessia, perché l’orco si nasconde dietro mentite spoglie ingannando con tecniche di perbenismo di maniera gli interlocutori. Così come – conclude il Garante – meglio sarebbe se i bambini fossero sempre accompagnati nelle commissioni. Capisco che può risultare stucchevole anche solo immaginare che quella data persona possa compiere abusi, ma i dati parlano chiaro e ciò impone un’attenzione maggiore“.

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