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Sclerosi Multipla, Roche #afiancodelcoraggio: premiato l’amore per le donne

Nei racconti il sentimento per le mogli malate

Pubblicato:09-05-2018 12:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:52

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ROMA – Una tazzina di caffè, fatto puntualmente e, soprattutto, con amore. “Buongiorno amore, lo so che quando ti sveglierai sarà ormai freddo, ti ho lasciato la tazzina del caffè sul comodino. Ci sentiamo dopo! Ti amo”. Si apre così il racconto di Marco Lupia, vincitore del premio #afiancodelcoraggio, promosso da Roche, che nella sala delle Battaglie a Palazzo Venezia, ha visto l’annuncio del vincitore e la consegna dei riconoscimenti al termine di una serata commovente. Il premio si pone un duplice obiettivo, ovvero quello di inviare un messaggio positivo alla donna che si trova per la prima volta a dover fronteggiare la patologia, favorendo al contempo il dialogo e la comunicazione con l’uomo che sceglie di restarle al fianco. Il premio è giunto alla II edizione, nella prima al centro c’erano i tumori femminili, quest’anno, il focus è stato sulla sclerosi multipla, che colpisce soprattutto le donne, incidenza di 3 a 1 rispetto agli uomini, in età mediamente tra i 20 e i 40 anni.

Al concorso hanno partecipato circa 100 uomini che hanno vissuto accanto a una donna l’esperienza della sclerosi multipla, una familiare o una amica, conoscente o collega, moglie o compagna. Le storie sono consultabili su www.afiancodelcoraggio.it, mentre le candidature si sono chiuse il 31 gennaio di quest’anno. Dal 14 febbraio al 16 marzo è stato attivato un sistema di votazione mediante l’utilizzo del meccanismo dei ‘like’, da parte del pubblico sul sito. I 10 racconti più votati sono stati sottoposti alla giuria tecnica, composta da dieci membri e guidata dal presidente Gianni Letta, presente anche il ministro Beatrice Lorenzin: da qui, sono stati scelti i tre finalisti, più uno. Perché oltre a Marco, Giuseppe e Matteo, che hanno raccontato così la storia delle rispettive mogli e compagne, una menzione speciale è stata riservata al piccolo Arturo, un bambino di nove anni e mezzo, novello rugbista, che pur minorenne ha voluto comunque partecipare raccontando, con una lettera ed una poesia, la vicenda della giovane mamma, affetta da sclerosi. Tra la commozione generale, compresa quella del piccolo che sul palco non è riuscito a dire neanche una parola, troppo forte era l’emozione, l’ex campione di rugby Martin Castrogiovanni gli ha voluto esprimere tutta la propria ammirazione.

Tornando al premio, per quanto riguarda gli altri finalisti, Giuseppe ha raccontato la forza che la moglie, malata, riesce a dare al marito, “lei che balla e ride anche con tutti quei formicolii e la perdita del tatto e tutte quelle sensazioni che prova”. Ma soprattutto “lei è una leonessa che non si perde mai d’animo”. Matteo, invece, che si definisce “riservato”, ha raccontato come aver partecipato a questo bando lo abbia aiutato ad esternare i suoi sentimenti alla moglie.


“Il premio ha l’ambizione di cambiare la lente attraverso cui guardare all’esperienza della malattia- ha detto Maurizio de Cicco, presidente e Amministratore Delegato di Roche Italia– La Sclerosi Multipla è sì una patologia di genere ma dove il ruolo di un uomo è fondamentale”. Continua de Cicco: “Quando una azienda farmaceutica parla di storie di vita, di speranza, tocca la sensibilità delle persone. Il nostro ruolo non è solo di vendere farmaci ma anche di coinvolgere persone. Abbiamo un ruolo importante, offriamo soluzioni. E creiamo sensibilità”. Per Mario Alberto Battaglia, presidente della Fism, “è completamente cambiato lo scenario, chi si ammalava anni fa aveva una prospettiva di disabilità che poteva essere grave in pochi anni e a fatica poteva pensare ad una vita ‘normale’. Ora lo scenario è cambiato, abbiamo un Servizio sanitario nazionale che è tra i migliori al mondo”, ha spiegato Battaglia, evidenziando le “terapia innovative che hanno una funzione fondamentale, quella di rallentare il peggioramento. Oggi la prospettiva per chi si ammala è arrivare a disabilità non necessariamente gravi, dopo 25 anni”, al contrario dei 7 di pochi anni fa.

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