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I Vigili del Fuoco scarseggiano in Valle d’Aosta, 20 posti vacanti per due anni

Lavevaz: "L'impugnativa del Governo complica le nuove assunzioni"

Pubblicato:09-03-2022 12:53
Ultimo aggiornamento:09-03-2022 12:53
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incendio bologna
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AOSTA – Da una parte la necessità di assumere, entro i prossimi due anni, 20 vigili del fuoco professionisti; dall’altra l’impugnativa, da parte del Governo nazionale, della graduatoria per l’assunzione a tempo indeterminato, entro il 31 dicembre 2022, di nuove risorse all’interno del Corpo valdostano. Nel mezzo, la necessità di indire al più presto un nuovo concorso, che- visti i tempi burocratici piuttosto lunghi e l’obbligo da parte degli aspiranti pompieri di frequentare un corso a Roma di sei mesi- permetterà di poter assumere nuovo personale professionista solo a partire dal 2024. Risolvere la carenza di organico di cui soffre il Corpo valdostano dei Vigili del Fuoco rusulta quindi cosa complessa. Il problema è stato portato in aula, con un’interpelllanza, dal capogruppo di Pour l’Autonomie, Marco Carrel.

“L’impugnativa non ci voleva- risponde il presidente della Regione, Erik Lavevaz– è vero che la legge ci autorizza ad assumere comunque dalla graduatoria, ma abbiamo una spada di Damocle sulla testa perché nel caso la Corte costituzionale decidesse di dichiarare illegittimi gli articoli impugnati, le persone che abbiamo assunto dovrebbero tornare dove erano. La questione è quindi molto complicata e stiamo facendo dei ragionamenti anche sulla solidità della nostra memoria difensiva” davanti alla Corte Costituzionale. L’ipotesi di avviare un nuovo concorso “è assolutamente necessaria”, aggiunge Lavevaz, ribadendo che, percorrendo questa strada, non si potrà parlare di nuove assunzioni prima del 2024.

“Non possiamo rimanere senza una graduatoria aperta per un anno, in attesa che la Corte si pronunci”, afferma Carrel nella replica, così come “non possiamo permetterci di non poter assumere Vigili del Fuoco da oggi al 2024”. Per il vicecapogruppo di Pcp, “una soluzione va trovata dal punto di vista amministrativo ma anche politico”, anche attraverso delle “interlocuzione tra Regione e Governo” utili a “chiarire certi aspetti a monte e trovare certe soluzioni”. 


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