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Gestione abusiva di rifiuti pericolosi, 30 indagati a Rimini

RIMINI - Si chiude con un bilancio di 30 indagati per associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti

Pubblicato:09-03-2016 17:18
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:08

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RIMINI – Si chiude con un bilancio di 30 indagati per associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti pericolosi (metà italiani, metà di origine romena) e 14 mezzi sequestrati, oltre che con la bonifica delle aree interessate, l’indagine “Heavy metal” condotta dalla Polizia municipale e dal Reparto aeronavale della Guardia di Finanza di Rimini. Un’operazione, è stato spiegato in conferenza stampa, “nata nel 2011, quando gli agenti del Reparto mobile della Polizia municipale hanno controllato svariati autocarri che trasportavano rifiuti ferrosi di vario genere”.

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani, ha portato alla scoperta di “sette siti abusivi di stoccaggio di rifiuti speciali e pericolosi nel territorio del Comune di Rimini“, documentando “la movimentazione di ingenti quantitativi di rifiuti in violazione della normativa di settore, e nel disprezzo delle elementari esigenze di tutela ambientale”. Parte dei rifiuti, fanno sapere gli inquirenti, “proveniva anche dalla Repubblica di San Marino“.

Dalle investigazioni è anche emersa “una rete di rapporti che collegava diversi soggetti, che partecipavano all’organizzazione che gestiva anche stoccaggio e smaltimento nella provincia di Forlì-Cesena, utilizzando stabilmente due imprese, di cui una costituita allo scopo”. I reati “vanno dalla violazione della normativa ambientale al falso, e per 10 persone c’è anche l’accusa di associazione per delinquere”. L’indagine ha anche evidenziato che numerosi cittadini di origine romena “erano sistematicamente sfruttati dagli appartenenti all’organizzazione”.


di Andrea Mari, giornalista professionista

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