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‘Grazie ragazzi’, il cast: “La cultura fa bene, ma è sottovalutata”

Il film diretto da Riccardo Milani con Antonio Albanese arriva il 12 gennaio nelle sale con Vision Distribution

Pubblicato:09-01-2023 18:29
Ultimo aggiornamento:09-01-2023 18:29

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ROMA – A un anno dall’uscita di ‘Corro da te’, Riccardo Milani torna con ‘Grazie ragazzi’ (produzione Palomar, Wildside, società del gruppo Fremantle e Vision Distribution in collaborazione con Sky). Dal 12 gennaio al cinema con Vision Distribution, la commedia con protagonista Antonio Albanese racconta il potere curativo della cultura, del teatro nel caso del film, capace di dare una speranza e uno scopo oltre alla quotidiana attesa vissuta dai protagonisti.

‘Grazie ragazzi’ è la storia di Antonio (Albanese), un attore senza speranze che si guadagna da vivere doppiando film porno. La sua vita cambia quando riceve l’incarico, su proposta del suo amico e attore di successo Michele (Fabrizio Bentivoglio) e supportato dalla direttrice del carcere Laura (Sonia Bergamasco), di tenere un corso di teatro per i detenuti, interpretati da Vinicio Marchioni (Diego), Giacomo Ferrara (Aziz), Giorgio Montanini (Mignolo) e Andrea Lattanzi (Damiano). Superate le difficoltà iniziali, Antonio capisce che quel gruppo che vive in perenne attesa di qualcosa è perfetto per mettere in scena ‘Aspettando Godot’ di Samuel Beckett.

‘GRAZIE RAGAZZI’, ANTONIO ALBANESE: “AI DETENUTI SERVONO POSSIBILITÀ, LA CULTURA LO FA”

“Con la cultura può migliorare tutto, dentro e fuori dal carcere. Per esempio Milano, 30-40 anni fa, aveva offerto ai giovani spazi per poter fare musica o cabaret. E molti di questi sono diventati dei professionisti. All’interno delle carceri, per i giovani e non, dare la possibilità di creare, di scoprirsi è fondamentale non solo per loro ma anche per l’esterno che poi dovrà conviverci (alla fine della pena, ndr)”, ha detto Albanese all’agenzia Dire. “Deve passare una volta per tutte il concetto di cultura diffusa e non di qualcosa di irraggiungibile o di qualcosa che non fa parte del popolare. La cultura se diffusa e fruibile può essere elemento di crescita e miglioramento per tutti, detenuti e non”, ha aggiunto Milani. 


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