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Dante in Oriente, pazzi per lui dal Kazakistan all’India

Franco Ricordi, studioso del Sommo Poeta, drammaturgo e filosofo, annuncia in esclusiva alla Dire il prossimo tour che porta Dante in Oriente

Pubblicato:08-02-2024 16:59
Ultimo aggiornamento:08-02-2024 17:00
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museo dante ravenna
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ROMA – “Parto l’11 marzo e mi aspettano master class, una conferenza stampa e il 15 la prima lezione spettacolo nella capitale, Astana. Ho saputo che hanno mandato una sonda con la Divina Commedia con l’ultimo canto del Paradiso, ‘L’amor che move il sole e l’altre stelle’, hanno un grande amore per la nostra opera”. Franco Ricordi, studioso del Sommo Poeta, drammaturgo e filosofo, annuncia in esclusiva alla Dire il prossimo tour che porta Dante in Oriente, in Kazakistan, dove i versi della Divina Commedia vengono amati e studiati, “tradotti in kazako e nel russo del posto”.

Non è una sorpresa che la celebre opera dantesca sia bandiera dell’Italia nel mondo: “Prima della guerra sono stato a Kiev e a Mosca e anche lì un grande successo. Perché “Dante è moderno e la sua modernità è nel paradiso, l’inferno è più impressionante e al paradiso- spiega Ricordi- ci arrivi passando dal purgatorio che è vicino a noi. Il paradiso è la conquista dopo 15 anni di esilio”.

Dopo il Kazakistan Ricordi sarà a Pechino. “Dante non cita mai la Cina- spiega il drammaturgo- ma è curioso che io vada adesso che è l’anno di Marco Polo. Dante e Marco Polo avrebbero potuto conoscersi invece non si sono mai incontrati. Ne parlerò- aggiunge- Marco Polo è l’Ulisse dell’Oriente e lui c’è riuscito, il nostro Ulisse no rappresentando la tragica impossibilità dell’Occidente”.


Dopo la Cina sarà la volta dell’India, “citata invece più volte nelle tre cantiche”. Sul palco Ricordi, aiutato dai traduttori per la spiegazione della prosa prima di interpretare la Divina Commedia rigorosamente in italiano, porterà il Canto di Paolo e Francesca, l’ultimo del Paradiso e Ulisse che piace sempre molto al pubblico.

Non solo studiosi e professori: “Il pubblico è molto vario”, spiega, “è meraviglioso vedere come l’italiano dei versi di Dante coinvolga tutti per la sua musicalità. Dante è universale e tutti lo percepiscono come una musica appunto, invece è un linguaggio”.

Per il Dantedì, che ricorre il 25 marzo, Ricordi sarà a Nuova Delhi e pensando all’Italia ammette: “Lamento disattenzione delle istituzioni, sono superficiali- dichiara senza mezzi termini lo studioso- la tv italiana quel giorno potrebbe trasmettere il mio film, diretto da Roberta Borgonovo, che è l’unico che fa passare tutte e tre le cantiche in un’ora e mezza. Con Dante non puoi fare scherzi o lo fai bene o meglio niente. Il lavoro va fatto su tutte e tre le cantiche per arrivare al paradiso. Certe Istituzioni non funzionano, a me con Dante si è aperto il mondo intero”. Ricordi ha portato la Divina Commedia nel resto d’Europa, in tutto il sud America e nel nord Africa. “A Kiev ricordo gli applausi, un’ovazione da rockstar”, racconta.

Perché piace sempre e anche lontano da qui? Il segreto è nella salvezza. Il messaggio più forte di Dante è questo: “Non nell aldilà, ma qui, adesso. E’ il messaggio più forte che ci sia”. E a proposito di salvezza, chissà che Dante non faccia pienone a piazza San Pietro per il Giubileo… Ricordi non può dire di più.

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