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Roma, studenti dell’IC Regina Elena si riprendono ‘L’isola che non c’è’

Dopo il blocco del progetto di pedonalizzazione di via Puglie

Pubblicato:06-05-2021 14:30
Ultimo aggiornamento:06-05-2021 14:31

Dateci spazi - viviamo l'isola che non c'è
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ROMA – Domani, venerdì 7 maggio, dalle 9 alle 14, i 150 metri di Via Puglie, a Roma (oggetto di una lunga e delicata battaglia legale) diventeranno una piazza dedicata agli studenti dell’Istituto Comprensivo ‘Regina Elena’. Una manifestazione ludica di gioco libero intitolata ‘Dateci spazi – viviamo l’isola che non c’è’. Gli alunni si cimenteranno in tornei di ping-pong, giochi all’aperto, partite di scacchi, percorsi ad ostacoli ed altro. La manifestazione si svolgerà nel tratto di via Puglie compreso tra Via Sicilia e Via Sardegna. Parteciperanno ai giochi, gli alunni della scuola primaria e secondaria divisi in più turni, nel rispetto nelle misure di protezione dal virus covid-19. I bambini della scuola d’infanzia daranno il loro contributo esponendo dei loro disegni sul tema.

La giornata è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione dei Genitori ‘Amici dell’Istituto Comprensivo Regina Elena’ e ha ricevuto il patrocinio del Municipio di Roma I centro, di Legambiente Lazio e del Coordinamento dei presidenti del consiglio d’Istituto Roma e Lazio, con il supporto della dirigente scolastica Rossella Sonnino e dell’intero corpo docente. Il progetto di pedonalizzazione di Via Puglie, ‘L’isola che non c’è’, nato nel 2007 grazie alla collaborazione tra il Municipio I Roma Centro e il Master PARES (Progettazione Architettonica per il recupero dell’Edilizia storica e degli Spazi pubblici) dell’Università Sapienza di Roma, si inserisce in una visione moderna della città che mira alla rigenerazione urbana e alla cura e alla riqualificazione degli spazi. A questo si aggiunge il tema della sicurezza delle comunità scolastiche che si affacciano su Via Puglie con i 2mila studenti coinvolti, tra l’Istituto comprensivo ‘Regina Elena’ e gli storici licei Righi e Tasso, che attualmente non dispongono di uno spazio vivibile e dedicato dove potersi incontrare e raccogliere – anche in caso di evacuazione.

I lavori, per il quale sono già stati stanziati i relativi finanziamenti, erano iniziati lo scorso 3 febbraio e prevedevano la consegna del primo lotto già alla fine del mese di aprile. Sono stati bloccati a più riprese da ricorsi che oggi arrivano al Consiglio di Stato con udienza fissata il prossimo 13 maggio a seguito della richiesta di sospensiva presentata dal Comitato per la riqualificazione del quartiere Ludovisi-Sallustiano motivata – a dire dei ricorrenti – da un “gravissimo pregiudizio dell’ordine pubblico, della salute, della quiete, dell’incolumità dei residenti della zona, degli edifici scolastici che costituiscono beni ex lege, della viabilità e dei parcheggi”.


“La città va pensata a misura di tutte e tutti, dei bambini e dei ragazzi prima di ogni altro, soprattutto in questo periodo in cui la forzata distanza ha rinchiuso giovani e bambini nelle loro solitudini, dietro schermi luminosi ma freddi– dichiara in una nota la presidente del Municipio Roma I, Sabrina Alfonsi- Le piazze abbattono le distanze, creano legami, scambio, dialogo, sono le Agorà dove nasce il confronto e il pensiero. Il Tar e il Consiglio di Stato devono entrare nei procedimenti, ma il merito e le scelte sono della politica e di chi è stato eletto per governare la città”.

“I nostri ragazzi vogliono dare un segnale di ciò che rappresentano quei 150 metri di strada davanti la loro scuola– dichiara Innocenza Spinozzi, presidente dell’Associazione Amici dell’Ic Regina Elena- Parliamo di sicurezza, di attenzione, di riqualificazione degli spazi cittadini: eppure, quando si tratta di fare una scelta di campo concreta, emergono opposizioni ed interessi utilitaristici nei quali prevale l’interesse di pochi rispetto al vantaggio del bene comune. Il progetto prevede aiuole, spazi pedonali più ampi, panchine, lasciando comunque un’area centrale carrabile che renda possibile il passaggio di mezzi di soccorso e di pubblica sicurezza. È uno spazio in cui crediamo fortemente, un’agorà pensata per la comunità scolastica e per la comunità di quartiere, per le famiglie e per gli anziani. Abbiamo attivato una raccolta firme che è arrivata a circa 1200 adesioni in poche settimane. Da quando sono iniziati i lavori, lo spazio chiuso dalle reti rappresenta una ferita per tutti: noi vogliamo uno spazio sicuro e vivo per ogni componente della comunità. Anche per coloro che si oppongono”.

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