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Renato Zero: “Sulla violenza inspiegabile non si impari la lezione. Denunciare è un percorso lento, si abbatta la burocrazia”

Il cantautore riflette sulla vita e sulla musica alla vigilia della pubblicazione del suo prossimo disco, "Autoritratto", in uscita l'8 dicembre

Pubblicato:05-12-2023 16:19
Ultimo aggiornamento:06-12-2023 17:57
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ROMA – A 73 anni per Renato Zero è tempo di bilanci. Il cantautore fa i conti con se stesso in “Autoritratto”, il nuovo disco in uscita l’8 dicembre. Tredici brani per raccontare tutte le sue sfacettature, frutto nella costante attività di ricerca e sperimentazione che ha realizzato come artista nella sua carriera ultracinquantennale.

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Zero lo fa con una promessa: “Non mi sono voluto incensare, ho tirato le somme”, spiega il romano presentando il progetto. “Questa volta sono io stesso a passarmi al setaccio. Io a sentire il bisogno di guardarmi dentro, a valutare la mia resistenza. Verificando di quanta autonomia sono ancora dotato e di quanta pazienza il mio amato pubblico dispone”.


I NUOVI CONCERTI

Di certo i sorcini lo amano ancora tanto e proprio per questo Zero ha annunciato dei concerti che, dal prossimo marzo, lo vedranno protagonista nei palasport di Firenze (il 2-3-5-6 marzo 2024, al Nelson Mandela Forum) e della sua Roma (il 13-14-16-17-20-21 marzo 2024 al Palazzo dello Sport).

E ancora negli occhi c’è la magia dei live di Zerosettanta che il cantautore ha tenuto al Circo Massimo lo scorso anno. Sul palco non si è risparmiato e neanche la pioggia lo ha fermato. “Ho speso 140mila euro per far sedere il mio pubblico al Circo Massimo- dice- per non farli stare in piedi con i bambini in braccio o farli scivolare nel fango con due gocce d’acqua. Ma lo rifarei altre mille volte”.

L’INVITO A SCENDERE IN PIAZZA E L’OFFERTA ‘VERGOGNOSA’ DELLA TV

Un gesto di galanteria per ringraziare chi da sempre lo segue, ma Zero ai suoi fan lancia anche consigli: “Dobbiamo avere la rivalsa verso un potere non legittimo, non meritevole di esistere. Ho invitato il mio pubblico a scendere in piazza e non rimanere tra le quattro mura di casa. L’ottenimento di certe vittorie avviene lì, mai come ora dovrebbe ripopolarsi. Siamo scesi in piazza per molto meno. Oggi, invece, stiamo a casa davanti alla tv che è un altro sonnifero e un’altra bugia, una macchinazione. Quello che offre la tv è vergognoso e vorrei tanto ricredermi sull’utilizzo di queste telecamere e informazioni, invece siamo messi male”.

E sull’argomento aggiunge: “Alla tv abbiamo dato tempo e importanza eccessivi e non abbiamo riservato il tempo agli amici, ai figli, alla nostra compagna, al nostro compagno. È un giro vizioso, dove non siamo più attori ma spettatori impotenti proprio perché ci manca quel minimo di coraggio che sarebbe necessario per riacquistare identità. La persona è sparita”.

LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE E L’AGGRESSIVITÀ DEI GIOVANI

E a proposito di questo, Zero commenta anche le continue violenze di genere: “Non si spiega come a fronte di certi accadimenti non si impari ancora la lezione. La donna, che non è il motore della violenza violenza, paga per tutto quello che l’uomo non è riusciuto a fare nella vita. Subisce tutta la rabbia”.

Per questo Zero parla della necessità di “prendere precauzioni in tempo”: “È inutile fare talk in tv. Se non pensiamo ‘potrebbe succedere anche a me’ non cambierà niente. Denunciare è un percorso lento e dispersivo, dalla denuncia alla salvezza di queste ragazze ce ne corre. E la burocrazia è una bestia che si continua ad alimentare, andrebbe debellata”.

E sull’aggressività di cui tanto si parla riferendosi al rap e alla trap dichiara: “Non bisogna prendersela con i giovani. Non hanno colpe se all’interno della famiglia hanno vissuto situazioni violente con il padre che insulta la madre o le dà della ‘zo***ola’. Se questa espressione viene raccolta dai figli, un microfono può essere veicolo involontario di cattiva gestione. Non dobbiamo giudicare il ragazzo, la risposta spesso è nelle famiglie e in quella educazione sbagliata”.

TRAGUARDI INIMMAGINABILI

Tra queste verità, per Zero c’è l’emozione della vigilia, mentre si appresta a pubblicare “Autoritratto”: “Io non avrei minimamente sospettato di arrivare a essere quello che sono oggi, con il gradimento di un giovane che per strada mi chiama ‘Maestro’. È un ruolo che non mi sento di ricoprire, ma ho raggiunto dei traguardi che non avrei mai pensato. Il mio è stato un gioco diventato professione e una specie di pronto soccorso: le canzoni hanno guarito molti mali delle persone”.

Zero riparte da Zero, si spoglia di trucchi e orpelli – senza rinnegare la sua anima – e promette live “minimalisti”. E la consapevolezza è una sola: “L’orizzonte si sta restringendo. A 73 anni il fatto di stare ancora qui è già un risultato”.

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