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ROMA – A 73 anni per Renato Zero è tempo di bilanci. Il cantautore fa i conti con se stesso in “Autoritratto”, il nuovo disco in uscita l’8 dicembre. Tredici brani per raccontare tutte le sue sfacettature, frutto nella costante attività di ricerca e sperimentazione che ha realizzato come artista nella sua carriera ultracinquantennale.
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Zero lo fa con una promessa: “Non mi sono voluto incensare, ho tirato le somme”, spiega il romano presentando il progetto. “Questa volta sono io stesso a passarmi al setaccio. Io a sentire il bisogno di guardarmi dentro, a valutare la mia resistenza. Verificando di quanta autonomia sono ancora dotato e di quanta pazienza il mio amato pubblico dispone”.
Di certo i sorcini lo amano ancora tanto e proprio per questo Zero ha annunciato dei concerti che, dal prossimo marzo, lo vedranno protagonista nei palasport di Firenze (il 2-3-5-6 marzo 2024, al Nelson Mandela Forum) e della sua Roma (il 13-14-16-17-20-21 marzo 2024 al Palazzo dello Sport).
E ancora negli occhi c’è la magia dei live di Zerosettanta che il cantautore ha tenuto al Circo Massimo lo scorso anno. Sul palco non si è risparmiato e neanche la pioggia lo ha fermato. “Ho speso 140mila euro per far sedere il mio pubblico al Circo Massimo- dice- per non farli stare in piedi con i bambini in braccio o farli scivolare nel fango con due gocce d’acqua. Ma lo rifarei altre mille volte”.
Un gesto di galanteria per ringraziare chi da sempre lo segue, ma Zero ai suoi fan lancia anche consigli: “Dobbiamo avere la rivalsa verso un potere non legittimo, non meritevole di esistere. Ho invitato il mio pubblico a scendere in piazza e non rimanere tra le quattro mura di casa. L’ottenimento di certe vittorie avviene lì, mai come ora dovrebbe ripopolarsi. Siamo scesi in piazza per molto meno. Oggi, invece, stiamo a casa davanti alla tv che è un altro sonnifero e un’altra bugia, una macchinazione. Quello che offre la tv è vergognoso e vorrei tanto ricredermi sull’utilizzo di queste telecamere e informazioni, invece siamo messi male”.
E sull’argomento aggiunge: “Alla tv abbiamo dato tempo e importanza eccessivi e non abbiamo riservato il tempo agli amici, ai figli, alla nostra compagna, al nostro compagno. È un giro vizioso, dove non siamo più attori ma spettatori impotenti proprio perché ci manca quel minimo di coraggio che sarebbe necessario per riacquistare identità. La persona è sparita”.
E a proposito di questo, Zero commenta anche le continue violenze di genere: “Non si spiega come a fronte di certi accadimenti non si impari ancora la lezione. La donna, che non è il motore della violenza violenza, paga per tutto quello che l’uomo non è riusciuto a fare nella vita. Subisce tutta la rabbia”.
Per questo Zero parla della necessità di “prendere precauzioni in tempo”: “È inutile fare talk in tv. Se non pensiamo ‘potrebbe succedere anche a me’ non cambierà niente. Denunciare è un percorso lento e dispersivo, dalla denuncia alla salvezza di queste ragazze ce ne corre. E la burocrazia è una bestia che si continua ad alimentare, andrebbe debellata”.
E sull’aggressività di cui tanto si parla riferendosi al rap e alla trap dichiara: “Non bisogna prendersela con i giovani. Non hanno colpe se all’interno della famiglia hanno vissuto situazioni violente con il padre che insulta la madre o le dà della ‘zo***ola’. Se questa espressione viene raccolta dai figli, un microfono può essere veicolo involontario di cattiva gestione. Non dobbiamo giudicare il ragazzo, la risposta spesso è nelle famiglie e in quella educazione sbagliata”.
Tra queste verità, per Zero c’è l’emozione della vigilia, mentre si appresta a pubblicare “Autoritratto”: “Io non avrei minimamente sospettato di arrivare a essere quello che sono oggi, con il gradimento di un giovane che per strada mi chiama ‘Maestro’. È un ruolo che non mi sento di ricoprire, ma ho raggiunto dei traguardi che non avrei mai pensato. Il mio è stato un gioco diventato professione e una specie di pronto soccorso: le canzoni hanno guarito molti mali delle persone”.
Zero riparte da Zero, si spoglia di trucchi e orpelli – senza rinnegare la sua anima – e promette live “minimalisti”. E la consapevolezza è una sola: “L’orizzonte si sta restringendo. A 73 anni il fatto di stare ancora qui è già un risultato”.
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