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Vaccari (Rondine): “All’Onu per una scuola di leader globali”

Presidente: "Portiamo made in Italy da Harvard al Palazzo di Vetro di New York"

Pubblicato:05-12-2019 09:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:42

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ROMA – C’è un altro “made in Italy“, segno di qualità nel mondo, che per favorire la “trasformazione dei conflitti” e il dialogo sociale rilancia ora con “una scuola globale”, la Global Leaders School: Franco Vaccari, presidente di Rondine Cittadella della pace, ne ha parlato ieri alla Harvard University e ne parlerà oggi al Palazzo di Vetro di New York.

IL METODO RONDINE

I nuovi impegni dell’associazione che porta il nome del borgo alle porte di Arezzo sono al centro di un’intervista rilasciata all’agenzia Dire dagli Stati Uniti. In primo piano il dibattito sul “metodo Rondine” con gli studenti e i docenti universitari, ad Harvard e nei giorni scorsi a Toronto, Winnipeg, Manitoba e Washington.

“Il filo rosso di questi incontri – sottolinea Vaccari – sono state le sollecitazioni perché il percorso della Cittadella della pace, basato sulla convivenza dei giovani con il proprio ‘nemico’, non si applichi solo alla risoluzione dei conflitti armati internazionali ma anche ai conflitti sociali”. Delle potenzialità del “metodo Rondine”, con la World House che oggi accoglie 30 giovani di 25 nazionalità provenienti da Medio Oriente, Balcani, Africa, Caucaso e America Latina, si discuterà anche al Palazzo di Vetro.


“Uno dei punti chiave è la scelta di far studiare ai ragazzi l’italiano” sottolinea Vaccari: “Apprendere una lingua straniera insieme con un ex ‘nemico’ ha un valore formativo”. Ci sono poi le novità, a un anno dal 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani e dal sostegno manifestato dal governo italiano, con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha citato la Cittadella di fronte all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

“Faremo il punto sulla campagna Leaders for Peace, con un appello agli Stati membri dell’Onu affinché assumano un impegno concreto nella formazione di giovani di pace in grado di intervenire nei principali contesti di conflitto” dice Vaccari. Convinto che oggi, grazie all’appoggio manifestato già da una quarantina di Paesi, sarà possibile fare un passo avanti.

“Che la leadership mondiale non sia all’altezza è evidente e allora bisogna investire su questo” dice il presidente: “Immaginiamo una Global Leaders School, a partire dai 20 anni di esperienza di Rondine ma consapevoli del fatto che non potrà certo essere progettata da una sola associazione o da un solo Paese, fossero pure gli Stati Uniti”. Più volte nell’intervista ritornano le parole “da soli non si va lontano”.

LE STORIE DEI RAGAZZI DI RONDINE

Poi ci sono le storie dei ragazzi, di chi a Rondine è stato 20 anni fa e di chi ci è arrivato da poco. “Mi viene in mente Georges, originario del Mali” dice Vaccari. “Prima nel suo Paese gli amici gli chiedevano ‘perché te ne vai’, ora gli dicono ‘chi te lo fa fare di tornare’. La sua risposta è sempre la stessa: ‘Sono venuto a Rondine proprio per cambiare il mio Paese'”. Una storia simbolo, nella prospettiva dell’associazione. “E’ l’esempio di come si può permettere alle energie migliori dell’Africa non di scappare ma al contrario di essere protagoniste di cambiamento” sottolinea Vaccari. Da Rondine lo sguardo si perde all’orizzonte. “In Mali a causa del conflitto nelle regioni del nord sono state chiuse 950 scuole” dice il presidente: “L’obiettivo di Georges – e noi lo sosterremo – è fare rete con gli ex studenti di Rondine nel suo Paese perché riaprano tutte”.

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