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Valle del Sacco, a Colleferro discarica ‘al contrario’ per la messa in sicurezza del sito Arpa 2

I lavori sono già partiti e termineranno tra poco più di un anno

Pubblicato:05-04-2024 15:27
Ultimo aggiornamento:05-04-2024 15:27

bonifica valle del sacco
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COLLEFERRO (Roma) – Una discarica per rifiuti pericolosi ma “al contrario”. Perché qui i rifiuti già ci sono. Sarà messo in sicurezza così il sito denominato Arpa 2 (perché ha la forma dello strumento musicale) a Colleferro, nell’area ex Caffaro.

Nel 2005, in seguito al rinvenimento di alte concentrazioni di esaclorocicloesano in campioni di latte prelevati presso aziende zootecniche, proprio da qui partì lo stato di emergenza socio-economico-ambientale della Valle del Sacco (proclamato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri). I lavori sono già partiti e termineranno tra poco più di un anno, intanto stamattina il presidente della Regione, Francesco Rocca, insieme all’assessore all’Ambiente, Elena Palazzo, a quello ai Rifiuti, Fabrizio Ghera, al sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, e alla direttrice del ciclo regionale dei rifiuti, Wanda D’Ercole, hanno effettuato un sopralluogo per monitorare l’andamento dei lavori.

Arsenico, piombo, fitofarmaci, idrocarburi e antiparassitari. C’è di tutto sotto terra. La contaminazione arriva fino a 20 metri in profondità in alcuni punti. E infatti fin lì le ruspe scaveranno. In realtà sono già in azione, con le opere necessarie a proteggere dall’acqua la futura discarica. “Sarà realizzato un diaframma a forma di C che andrà sotto terra fino a 23 metri, dove non c’è traccia di acqua– ha spiegato D’Ercole- e si svilupperà per 90 metri. In questo modo arriverà solo acqua piovana e non più acqua di scorrimento”.


La caratterizzazione dei rifiuti e dei contaminanti è stata già fatta, quindi i tecnici sanno dove il terreno è contaminato e dove non lo è. In questo modo potranno procedere togliendo la terra che molto probabilmente non è contaminata, la confineranno e analizzeranno ulteriormente sistemandola in alcune baie limitrofe già approntate: se quella terra verrà confermata non contaminata allora sarà utilizzata per ricoprire gli scavi in atto in altri 6 siti (pure questi in via di messa in sicurezza definitiva) del consorzio industriale di Colleferro. Viceversa la terra contaminata verrà riportata da dove è stata presa e sistemata su più strati fino al completamento della “discarica al rovescio” che poi sarà chiusa con il capping. Si stima che ci siano più di 50mila metri cubi di terreno contaminato a fronte dei quali ne verranno “restituti” altrettanti di terreno pulito.

“La sicurezza rispetto all’intervento che stiamo facendo è massima”, ha garantito D’Ercole al presidente Rocca spiegandogli tutti i passaggi delle varie operazioni e le accortezze adottate. L’invasione totale sarà di 175mila metri cubi. Il costo dell’intervento è pari a 7 milioni di euro, l’80% sarà coperto dalla società SE.CO.SV.IM. in qualità di proprietario non responsabile. “Il progetto prevede l’escavazione dei rifiuti presenti e dei terreni fino al raggiungimento degli strati idonei alla posa del pacchetto di impermeabilizzazione del bacino e degli interventi di messa in sicurezza permanente”, ha spiegato ancora D’Ercole. Inizialmente il territorio interessato dalla stato di emergenza della Valle del Sacco è stato quello dei comuni di Colleferro, Segni e Gavignano in provincia di Roma, e dei comuni di Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino, in provincia di Frosinone. L’area è stata successivamente estesa fino a comprendere un’estensione totale di oltre 72 km quadrati. Da allora, l’intera zona ha vissuto una profonda crisi economica, con la fuga di numerose aziende e la mancanza di nuovi investimenti.

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