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Mattarella: “Il Presidente della Repubblica non è un sovrano, fortunatamente”. La libertà di stampa? “Fondamentale”

"La libertà di stampa è fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia", ha detto il Capo dello Stato

Pubblicato:05-03-2024 19:17
Ultimo aggiornamento:06-03-2024 10:08

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ROMA – “Qualche volta ho come l’impressione che qualcuno pensi ancora allo Statuto Albertino in cui, come è noto, veniva affidata la funzione legislativa congiuntamente alle due Camere e al re. Quando le Camere approvavano la legge, il re prima di promulgarle doveva apporre la sua sanzione, cioè la sua condivisione nel merito, perché aveva anche attribuito il potere legislativo”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante l’incontro al Quirinale con Gianfranco Giuliani, Presidente Casagit, con una delegazione. “Non posso che ringraziare Casagit per quello che fa e i giornalisti per il compito che svolgono– ha detto il Capo dello Stato- La libertà di stampa è fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia”.

“Fortunatamente non è più così- spiega poi Mattarella- Il Presidente della Repubblica non è un sovrano, fortunatamente, e quindi non ha questo potere. Ha soltanto quello che ho descritto. Anzi nei suoi compiti c’è, tra quelli fondamentali, quello di fare in modo che ciascuno rispetti la Costituzione. A partire da sé stesso, naturalmente, e che ciascuno la rispetti nel colloquio e nel confronto tra gli organi costituzionali. Sarebbe grave se uno di questi, e tra questi anche il Presidente della Repubblica, pretendesse di attribuirsi compiti che la Costituzione assegna ad altri poteri dello Stato”.

“E questo- ha concluso Mattarella- è una indicazione di democrazia che si inserisce in quell’armonico disegno che la nostra Costituzione indica e presenta in maniera sinceramente ammirevole per coloro che la scrissero, che ebbero la forza – in condizioni difficili e anche dialetticamente molto accese – di definirla e approvarla. Anche questo rientra nella libertà, nel rispetto della libertà di tutti coloro a cui la Costituzione assegna un compito, che nessun altro può sottrarre per farlo proprio”.


“COLLE NON APPROVA O CONDIVIDE LEGGI, LE PROMULGA”

“Frequentemente il Presidente della Repubblica viene invocato con difformi, con diverse motivazioni. C’è chi gli si rivolge chiedendo con veemenza: ‘Il Presidente della Repubblica non firmi questa legge perché non può condividerla, perché gravemente sbagliata’, oppure: ‘il Presidente Repubblica ha firmato quella legge e quindi l‘ha condivisa, l’ha approvata, l’ha fatta propria’. Il Presidente della Repubblica non firma le leggi, né firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa. È quell’atto indispensabile per la pubblicazione ed entrata in vigore delle leggi, con cui il Presidente della Repubblica attesta che le Camere hanno entrambe approvato una nuova legge, nel medesimo testo, e che questo testo non presenta profili di evidente incostituzionalità. Se andasse al di là di questo limite che gli assegna la Costituzione e dicesse, per esempio: ‘Non promulgo questa legge perché c’è forse qualche dubbio di costituzionalità che potrebbe racchiudere e raffigurarvisi”, si arrogherebbe indebitamente il compito che è rimesso alla Corte costituzionale. O, se addirittura dicesse: ‘Non firmo questa legge perché non la condivido, perché, a mio avviso è sbagliata’, farebbe ben altro, andrebbe al di là di qualunque limite posto dalla Costituzione nel rapporto tra i poteri dello Stato e tra gli organi costituzionali. Quando il Presidente della Repubblica promulga una legge, non fa propria la legge, non la condivide, fa semplicemente il suo dovere, che è quello che ho descritto“.

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