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Colombia: è allarme coca, delegazione Usa a Bogotà

BOGOTA' - Dopo il recente rapporto

Pubblicato:05-03-2017 11:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:58

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BOGOTA’ – Dopo il recente rapporto del dipartimento di Stato americano sulla crescita delle coltivazioni di coca arriverà domani a Bogotà William Brownfield, sottosegretario di Stato con delega al narcotraffico e alla sicurezza, e che è stato in passato ambasciatore degli Stati Uniti in Colombia, in Venezuela e in Cile.

Brownfield atterrerà nella capitale colombiana accompagnato da una delegazione di alto livello formata da rappresentanti della Dea, della Cia e del dipartimento di Giustizia americano e incontrerà il governo colombiano e i rappresentanti delle forze armate per studiare una strategia adeguata alla lotta contro le coltivazioni di coca. Secondo il Dipartimento di Stato americano, nel 2016 la terra dedicata alle piantagioni di coca è aumentata di circa 60 mila ettari che si aggiungono ai 100 mila già stimati.


Una cifra che fa tornare indietro la Colombia alla fine degli anni ’90 quando le terre destinate alle coltivazioni di coca erano circa di 200 mila ettari. A nulla è valsa in questi anni la fumigazione delle piantagioni, sospesa perché si è scoperto che questa pratica crea problemi di inquinamento delle falde acquifere e alla salute umana ma anche l’eradicazione manuale ha costi proibitivi a causa dell’impiego di un alto numero di persone per effettuarla.

Stenta invece il piano previsto negli accordi di pace, ossia di sostenere le famiglie di campesinos che intendono passare dalle coltivazioni di coca a coltivazioni di caffé e cacao. Ad oggi, secondo le prime stime del ministero per il post conflitto, sarebbero a malapena 30 mila gli ettari che potrebbero tornare a coltivazioni agricole normali, ma l’impegno finanziario per questa operazione è estremamente alto.

Secondo l’amministrazione americana i territori più critici si trovano nel dipartimento di Narino e nel Norte di Santander, seguono Caqueta, Cauca e Putumayo. In queste regioni, dopo l’uscita di scena delle Farc grazie all’accordo di pace raggiunto con il governo del presidente Santos, e che garantivano ai narcotrafficanti la tranquillità per la coltivazione e per il traffico della coca, gli attori principali sono diventati le “bacrim”, gang di narcotrafficanti paramilitari, e l’altro raggruppamento guerrigliero l’Eln che, nonostante un avvio stentato di un tavolo per accordi di pace differenti da quelli stipulati con le Farc con il governo colombiano, garantiscono tuttora la riuscita dei traffici.

Quanto sta accadendo preoccupa la nuova amministrazione Trump, che sostiene l’azione di pace avviata dal governo colombiano ma intende avviare, allo stesso tempo, una nuova e dura lotta alla droga. Il rischio ora per la Colombia è che uscito di scena l’attore principale, cioé le Farc, il narcotraffico possa tornare più forte che mai.

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