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Tentata concussione nel Tarantino, in manette il sindaco di Roccaforzata

L'uomo è finito ai domiciliari assieme a un pregiudicato di 59 anni

Pubblicato:04-08-2022 11:29
Ultimo aggiornamento:04-08-2022 11:29
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bambina 16 mesi
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BARI – Una presenza ingombrante”, “mal digerita” dai dipendenti e da alcuni consiglieri comunali di Roccaforzata, paese alle porte di Taranto. Perché il 59enne arrestato oggi assieme al sindaco del comune ionico, Roberto Iacca, sarebbe stato “capace di manovrare le scelte politico – amministrative dell’Ente comunale, con un apparente rapporto simbiotico con il sindaco, tanto da aver ingenerato intolleranza nei dipendenti comunali e in alcuni consiglieri comunali che mal sopporterebbero la sua presenza costante presso quegli uffici”. Ne sono convinti gli agenti della squadra mobile di Taranto che hanno arrestato il 59enne e il primo cittadino (entrambi sono ai domiciliari) che con altre 5 persone sono indagate a vario titolo per tentata concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, incendio e indebita percezione del reddito di cittadinanza.

Le indagini coordinate dalla procura ionica, sono iniziate quando i poliziotti, impegnati in un’altra attività investigativa, si sono imbattuti in una presunta trattativa sull’assegnazione di una serie di appalti pubblici tra il sindaco e un’azienda locale che si sarebbe potuta aggiudicare i lavori grazie all’intercessione di un “amico” comune ovvero il 59enne che era “una costante presenza nella vita dell’amministrazione” nonostante fosse pregiudicato e inserito in “circuiti criminali di alto profilo”. L’uomo, insieme a uno degli indagati a piede libero, sarebbe il presunto responsabile dell’incendio appiccato all’auto di un consigliere comunale che si era opposto politicamente al primo cittadino criticando il rapporto con il 59enne. Rapporto basato, sostengono gli investigatori, su interessi economici riscontrati da “flussi di denaro registrati da società agganciate al 59enne in favore della società del sindaco con assunzioni fittizie di familiari”.

L’uomo sarebbe stato coinvolto in qualsiasi decisione amministrativa che potesse avere una qualunque utilità economica “inducendo ripetutamente il sindaco a strumentalizzare la propria carica e i propri poteri per far ottenere al primo diverse utilità”.


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