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Pd, Di Lello: “In Campania Orlando ok senza signori delle tessere”

Secondo l'esponente dem "è un errore tenere ai margini Antonio Bassolino"

Pubblicato:04-04-2017 15:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:05

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NAPOLI – “Noi abbiamo lottato a mani nude contro i signori delle tessere, non avevamo truppe cammellate né apparati”. Lo sostiene all’agenzia Dire il deputato campano del Pd, Marco Di Lello, commentando le preferenze raccolte in Campania dal candidato alla segreteria, Andrea Orlando, al congresso del Partito democratico. “Tutti i consiglieri regionali e comunali, tutti gli assessori e governatori erano schierati con Renzi. Dalla nostra parte – continua – tanti militanti che hanno capito che la posta in gioco è troppo importante, che occorre cambiare. E’ un risultato davvero importante”.

Di Lello concorda con il guardasigilli nel sottolineare come nel Pd napoletano il “lanciafiamme” annunciato da Renzi “non ci sia stato”. L’ex premier “ha parlato di rottamazione e ci ha lasciato i rottami ma del lanciafiamme di Renzi – commenta il deputato dem – non c’è traccia. E’ evidente che quando diciamo che il partito va ricostruito è perché ha smesso di essere ambizioso e in un momento di massima debolezza del sindaco de Magistris si accomoda al tavolo della gestione della Città Metropolitana per un piatto di lenticchie. Un errore clamoroso che dà il senso anche della scarsa fiducia che ha il Pd in sé stesso. Dobbiamo voltare pagina”.

Un “errore clamoroso” individuato anche dal governatore, Vincenzo De Luca, che in un recente fuori onda ha critica la gestione del partito a Napoli. “Lui – dice Di Lello riferendosi al presidente della giunta -non è altro dal Pd, è il più alto esponente del Partito democratico in Campania. Se c’è una critica da farsi non può che essere anche un’autocritica“.


Nessun passo indietro su Valeria Valente, consigliere comunale e candidato a sindaco del Pd a Napoli nel 2016, “era la candidata del partito e l’abbiamo sostenuta alle primarie con un gruppo di 40enni. Quelle primarie le abbiamo vinte. Se chi ha perso – sottolinea il parlamentare del Pd – avesse dato una mano in più, probabilmente il risultato sarebbe stato migliore. Poi non c’è dubbio che ci sono grandi responsabilità anche del Partito democratico: penso che sia un errore tenere ai margini Antonio Bassolino“.



“RIPARTIRE DA ERRORI, SE NO PERSO PRIMA ANCORA DI INIZIARE”

“Se noi non ripartiamo dagli errori che sono stati fatti e se non costruiamo un’alternativa per questo Paese, abbiamo perso prima ancora di iniziare. Non l’ha fatto il Pd, lo facciamo noi come mozione Orlando e lo facciamo a Napoli perché è evidente che non ci può essere un nuovo corso del Paese se non riparte Napoli e se non riparte il Mezzogiorno”. A spiegarlo in un’intervista all’agenzia Dire è Marco Di Lello, deputato del Partito democratico, annunciando la Conferenza Programmatica che si terrà sabato alla Mostra d’Oltremare di Napoli con il ministro della Giustizia e candidato alla segretaria del Pd, Andrea Orlando.

Rispetto all’attenzione del partito nei confronti del Sud “purtroppo dobbiamo registrare dei ritardi. Noi – aggiunge Di Lello – avremmo voluto celebrare una conferenza programmatica di tutto il partito ma si è scelta la via del congresso dove c’è un’esibizione muscolare ma poca analisi e poco ragionamento“.

Per questo, insieme agli esponenti campani della corrente del guardasigilli “sabato a Napoli ci saranno tante personalità del mondo della società civile a cui abbiamo chiesto di darci una mano proprio per dare il senso di un partito inclusivo, che non rinuncia – dice il deputato – a parlare ad un’opinione pubblica larga. Parliamo anche a quelli che non ci hanno votato e che speriamo possano tornare a votarci”.

L’intervista completa sul notiziario in abbonamento

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