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Trentacinque anni fa la mafia uccise Dalla Chiesa, Grasso: “Per vincerla serve lotta di tutti”

Per Laura Boldrini il generale Dalla Chiesa resta un "simbolo straordinario di legalità"

Pubblicato:03-09-2017 09:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:38

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ROMA – Veniva ucciso 35 anni fa, il 3 settembre del 1982, dalla mafia a Palermo il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Per commemorare l’anniversario della morte oggi le istituzioni dello Stato sono in via Isidoro Carini. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona di alloro sotto la lapide che ricorda l’eccidio in cui persero la vita anche la moglie del generale, Emanuela Setti Carraro, e l’agente di polizia Domenico Russo.

Alla cerimonia in via Carini, alla quale partecipano anche i figli di Dalla Chiesa, Nando, Rita e Simona, ci sono il presidente del Senato Piero Grasso, il ministro dell’Interno Marco Minniti, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, il prefetto e il questore di Palermo, il sindaco Leoluca Orlando e il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta.

GRASSO: STRAORDINARIO ESEMPIO DEDIZIONE A ISTITUZIONI

“Quando fu nominato ‘super prefetto’ a Palermo in molte persone si accese la speranza. Del resto il carisma, i successi nella lotta al terrorismo, l’assoluta fedeltà allo Stato e l’autorevolezza di Carlo Alberto Dalla Chiesa giustificavano quella rinnovata fiducia in una svolta al contrasto alla mafia”. Lo scrive su Facebook il presidente del Senato, Pietro Grasso, che si trova a Palermo per ricordare l’eccidio di Via Isidoro Carini dove perse la vita il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.


Anche gli uomini migliori- sottolinea Grasso- quelli capaci di cose straordinarie, non possono però fare tutto da soli: Dalla Chiesa ne era consapevole e chiedeva a gran voce gli strumenti necessari per affrontare Cosa nostra. Nonostante le difficili condizioni, il Generale non si rassegnò. Dopo appena 100 giorni lo uccise un commando mafioso con 30 colpi di ak-47, il 3 settembre 1982. Con lui morirono anche sua moglie Emanuela e l’agente di polizia Domenico Russo. Una strage”.

Il presidente del Senato osserva che “ricordare Carlo Alberto Dalla Chiesa a 35 anni dalla sua morte non significa solo tributare il giusto onore ad uno straordinario esempio di competenza professionale e dedizione alle Istituzioni. Serve, soprattutto, a rafforzare la consapevolezza che la lotta alla criminalità organizzata può avere successo solo se si uniscono e collaborano le migliori forze di tutto il Paese”.

BOLDRINI: SIMBOLO STRAORDINARIO DI LEGALITA’

“Sono trascorsi trentacinque anni dall’efferato assassinio del Prefetto di Palermo, generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente di scorta Domenico Russo. Il senso di sgomento e di amarezza per questo orribile crimine ha lasciato una ferita profonda nel nostro Paese“. Questo il messaggio inviato dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, alla prefetta di Palermo, Antonella De Miro.

“Il generale Dalla Chiesa, protagonista rigoroso nella lotta al terrorismo stragista e alla criminalità organizzata– sottolinea Boldrini- continua ad essere un simbolo straordinario di legalità, di competenza e di inflessibilità, un solido baluardo della democrazia del Paese nelle fasi più difficili della sua storia recente. Egli era riuscito a definire una mappa del potere mafioso, ne aveva intuitole diramazioni in politica, nel mondo dell’imprenditoria, nelle attività di riciclaggio e in quelle apparentemente lecite”.

Dalla Chiesa, continua Laura Boldrini, “fu uno dei primi a comprendere la necessità di combattere la mafia in modo globale, affiancando all’azione investigativa e repressiva una capillare azione culturale. Ciò lo spinse a sperimentare nuovi canali comunicativi, in particolare con i giovani nelle scuole e con i cittadini nei luoghi di lavoro per parlare di legalità e di onestà, cercando così di risvegliare nella loro coscienza civile la volontà di ribellarsi al ricatto della mafia”. La presidente della Camera sottolinea che “il Parlamento, nella legislatura in corso, ha rafforzato in modo significativo il quadro legislativo in tema di lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione, approvando diversi provvedimenti in materia. E’ un segnale importante che però, da solo, non basta. Per battere la mafia, come Dalla Chiesa ci ha insegnato, è necessario fare rete, creare un’alleanza forte ed estesa in cui l’impegno della buona politica si affianchi al lavoro straordinario dei magistrati e delle forze dell’ordine come pure all’azione quotidiana delle associazioni e di ogni singolo cittadino impegnato a far prevalere le ragioni della democrazia e della giustizia sulla criminalità ed il malaffare. Sono convinta sia questo il modo migliore per onorare oggi il ricordo del generale Dalla Chiesa”.

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